
Il quadro economico secondo Bankitalia dipende dall’evoluzione della guerra. Due gli scenari possibili
Bankitalia taglia le stime sul Pil e alza quelle sull’inflazione. Ora, nello “scenario di base”, che prevede un prolungamento della guerra ma esclude uno stop alle forniture di energia e gas dalla Russia, per quest’anno si stima un +2,6% di crescita economica, cui dovrebbero seguire un +1,6% nel 2023 e un più 1,8% nel 2024. Nelle previsioni precedenti, che però risalivano a gennaio, Bankitalia prevedeva una crescita 2022 al 3,8%, sul 2023 un 2,5% e sul 2024 l’1,7%.
Per l’inflazione ora sulla media di quest’anno si attende un 6,2%, cui dovrebbe seguire un calmieramento al 2,7% nel 2023 e al 2% nel 2024. Nelle stime precedenti l’istituzione di via nazionale prevedeva una inflazione 2022 al 3,5%, sul 2023 all’1,6% e sul 2024 l’1,7%.
Sempre considerando lo scenario base migliorano infine le previsioni di disoccupazione: all’8,6% sulla media di quest’anno, all’8,5% il prossimo e all’8,2% del 2024. Lo scorso gennaio Bankitalia prevedeva una disoccupazione 2022 al 9%, sul 2023 all’8,9% e sul 2024 all’8,7%.
Se invece si dovesse concretizzare lo “scenario avverso”, caratterizzato da un arresto delle forniture di energia da Mosca a partire dal trimestre estivo, il Pil dell’Italia segnerebbe una crescita “pressoché nulla” nel 2022, si ridurrebbe di oltre un punto percentuale nel 2023 e tornerebbe a crescere solo nel 2024. Peggiori anche le attese anche di inflazione: si avvicinerebbe all’8% quest’anno, rimarrebbe elevata anche nel 2023, al 5,5%, per scendere decisamente solo nel 2024.
«Il quadro macroeconomico è fortemente condizionato dall’evoluzione del conflitto in Ucraina, i cui sviluppi restano altamente incerti e possono determinare traiettorie molto differenti per l’economia italiana nei prossimi anni», spiega Bankitalia.