
Complessivamente sia le assunzioni (1.865.000) che le cessazioni (1.515.00) hanno superato il livello del 2018-2019
Il mercato del lavoro in Italia si rimette in moto e torna ai livelli pre-pandemia. Complessivamente nel primo trimestre 2022 sia le assunzioni (1.865.000) che le cessazioni (1.515.00) hanno superato il livello del 2018-2019 e anche le trasformazioni si sono avvicinate al livello massimo in precedenza registrato nel 2019. Lo sottolinea l’Osservatorio sul precariato dell’Inps secondo cui la variazione netta registra un saldo positivo di 350.345 rapporti di lavoro.
Le assunzioni hanno visto un +43% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, con un aumento notevole per quanto riguarda le assunzioni stagionali (+113%), gli intermittenti (+85%), il tempo indeterminato (+44%), l’apprendistato (+43%), mentre per le altre tipologie gli aumenti sono più contenuti: tempo determinato (+35%) e somministrati (+29%).
La dinamica delle assunzioni è stata più consistente nelle imprese più piccole (under 15: +57%), a decrescere poi con l’aumento della dimensione aziendale: da 16 a 99 dipendenti (+40%) e oltre 99 dipendenti (+32%).
Tra le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato si registra, nel primo trimestre dell’anno, un forte aumento dei licenziamenti di natura economica (99.288) e disciplinari (31.014) rispettivamente pari a +162% e +48% nel confronto annuo. Aumentano anche le dimissioni che salgono a 306.710 e registrano un incremento nel primo trimestre 2022 rispetto al corrispondente trimestre del 2021 (+35%) e del 2019 (+29%). L’Inps ricorda che nel primo trimestre 2021 i licenziamenti economici erano ancora bloccati dalle normative introdotte nel 2020 con la pandemia.