
All’asta la medaglia del Premio Nobel Muratov, il ricavato all’Unicef. Gas, più rifornimenti dall’Algeria e non solo: l’Eni sigla un accordo con il Qatar
La Russia scalza l’Arabia Saudita e diventa il principale fornitore di petrolio della Cina a dispetto delle sanzioni di Usa e alleati a carico di Mosca per l’aggressione dell’Ucraina. Le raffinerie di Pechino stanno ricevendo le forniture petrolifere russe con un forte sconto sui prezzi, spingendo l’import del Paese del 55% annuo a maggio. Gli acquisti di petrolio russo, comprese le forniture attraverso l’oleodotto della Siberia orientale, del Pacifico e le spedizioni marittime, hanno totalizzato quasi 8,42 milioni di tonnellate, secondo i dati diffusi oggi dall’Amministrazione generale delle Dogane cinesi.
Il giornalista russo Dmitry Muratov metterà all’asta la sua medaglia del Premio Nobel e devolverà il ricavato all’Unicef e in particolare all’assistenza ai bambini sfollati a causa della guerra in Ucraina. Lo riferisce il Guardian. Muratov, insignito della medaglia d’oro nell’ottobre 2021, ha contribuito a fondare il quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta, di cui era caporedattore quando è stato chiuso a marzo per decisione di Mosca. Il giornalista ha vinto l’anno scorso il premio Nobel per la pace insieme alla giornalista filippina Maria Ressa.
Sottocritta da Eni una partnership con QatarEnergy per l’espansione del progetto North Field East, che dovrebbe vedere le esportazioni di Gnl del Paese del Golfo salire da 77 milioni a 110 milioni di tonnellate all’anno. Intanto continuano i tagli ai rifornimenti in arrivo da Mosca: in settimana si deciderà se passare dal livello di preallarme a quello di allarme nel sistema di crisi gasiero nazionale. Il tema è non arrivare all’autunno con stoccaggi troppo bassi. L’ad di Eni Descalzi si dice “ottimista“.