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Report & analisi

Giornata di trimestrali e cda (con nuovi dazi sullo sfondo e una Germania senza governo)

Rossana Prezioso
6 Maggio 2025
Giornata di trimestrali e cda (con nuovi dazi sullo sfondo e una Germania senza governo)
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Trump prende di mira il settore farmaceutico: entro due settimane nuove decisioni per altre tariffe doganali

Borse ancora caute in attesa anche della Federal Reserve. Mentre si aprono i due giorni del Fomc, le previsioni parlano di tassi di interesse che dovrebbero restare invariati al 4,25-4,50% mentre il rendimento del decennale a stelle e strisce vede un rialzo arrivando a toccare il 4,37%.

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Cautela dei mercati che nasce anche in vista delle sempre più numerose trimestrali (a Piazza Affari occhi puntati su Tim) che, nonostante conti positivi, devono evidenziare timori per il futuro a casa della politica dell’amministrazione Trump basata sui dazi. Lo stesso presidente, ora, prende di mira il settore farmaceutico che, come da lui dichiarato, entro due settimane sarà al centro delle nuove decisioni riguardanti altre tariffe doganali. Dopo il crollo di ieri risale il petrolio ma il vero protagonista delle prime ore di contrattazioni è l’oro che riprende la sua corsa. Il metallo prezioso con consegna immediata sfiora il +0,9% con quotazioni che arrivano a 3.363,41 dollari l’oncia mentre la consegna a giugno cresce di quasi l’1,5% a 3,371,50 dollari l’oncia.

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Intanto, come accennato, tra le trimestrali risalta quella di Tim Brasil che evidenzia ricavi in crescita del 4,9% come anche l’ebitda (+6,7%) e l’utile trimestrale. Sul mercato italiano, invece, l’attenzione si sposta sui cda. Previste per oggi, infatti le riunioni dei vertici di Amplifon, Anima, Popolare di Sondrio, Intesa Sanpaolo, Diasorin, Ferrari, Finecobank, Italgas, Igd, Lottomatica ed Edison che affronteranno, tra le altre cose, anche i conti del primo trimestre 2025.

OPEC, confermata la crescita della domanda di petrolio per il 2025
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12 Marzo 2025
OPEC, confermata la crescita della domanda di petrolio per il 2025
Invariata anche la previsione di crescita della domanda globale di petrolio nel 2026
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Infatti se finora è stato il thriller dei dazi a tenere banco sulla scena, in questa fase tornano sotto i riflettori le trimestrali che, indirettamente, richiamano le tante problematiche create dalle tariffe doganali. Un esempio è quello di Ford che proprio in occasione della presentazione dei conti ha deciso di sospendere le previsioni per il 2025 a causa dell’impatto tariffario di 2,5 miliardi di dollari dato che resta comunque al di sotto dei 4-5 miliardi denunciati da General Motors che, a differenza di Ford, ha una voce importazioni maggiore. L’industria automobilistica dall’inizio del mese di aprile è alle prese con dazi del 25% sui veicoli importati e del 25% anche sui pezzi di ricambio.

Le guidance non perdonano. Dalle banche alle auto, tutti temono i dazi
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Dazi a parte, però, la casa automobilistica di Detroit può festeggiare avendo superato le aspettative di Wall Street per il primo trimestre. Numeri alla mano si parla di un utile per azione di 14 centesimi rettificati contro i 2 centesimi previsti e ricavi del settore pari a 37,42 miliardi di dollari contro i 36,21 miliardi previsti. Inoltre Ford ha citato “rischi a breve termine, in particolare il potenziale di interruzione della catena di approvvigionamento a livello di settore con un impatto sulla produzione”. A questo si aggiungono anche altri potenziali impatti come tariffe di ritorsione.

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Ma non è solo il settore automobilistico a lanciare l’ennesimo allarme. In pericolo, e non poco, sarebbe anche il modello di business di rivenditori come Temu e Shein che finora erano riuscite ad evitare il peggio grazie alla cosiddetta norma “de minimis” in vigore dal 2016 che esentava dai dazi tutte le importazioni con un valore massimo di 800 dollari. La norma è stata abrogata venerdì scorso dopo un ordine esecutivo firmato da Donald Trump. La prima conseguenza immediata è stata l’interruzione delle spedizioni di Temu dalla Cina agli Stati Uniti. Sia Temu che Shein, ora, rischiano dazi fino al 120% o a una tariffa fissa di 100 dollari, destinata a salire a 200 dollari a giugno.

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Intanto, allargando la visuale al mercato internazionale, c’è da segnalare l’acquisizione di Deliveroo da parte di DoorDash per 2,9 miliardi di sterline. Si tratta di un’operazione che mette la parola fine alla travagliata storia dell’azienda di consegne a domicilio. Considerata una delle aziende più influenti del settore, nel 2021 le azioni hanno registrato al debutto in Borsa a Londra, un crollo del 30%. Il calo è continuato anche successivamente arrivando a toccare il 50% rispetto al prezzo di 3,90 sterline dell’IPO a causa dei dubbi nati dopo il fiorire delle tante piattaforme di delivery nate nel post-Covid. DoorDash ha affermato che i termini finanziari dell’acquisizione sono definitivi e non verranno aumentati a meno che una terza parte non si presenti con un’offerta concorrente.

Sul fronte politico, invece, si registra un colpo di scena in Germania dove l’esecutivo capitanato da Friedrich Merz e nato dalla coalizione tra l’Unione dei conservatori Cdu-Csu e i socialdemocratici, non ha ottenuto la fiducia al Bundestag. Il no è arrivato con 6 voti di scarto: 310 voti a favore rispetto ai 316 necessari

Nonostante gli accordi siglati non più tardi di 24 ore prima delle votazioni, il parlamento tedesco non è riuscito a trovare la quadra dando il via ad una nuova, ennesima crisi politica che apre scenari inediti soprattutto alla luce del delicatissimo periodo economico e geopolitico che sta attraversando il paese. In attesa di comprendere come gestire una situazione mai verificatasi, la seduta è stata sospesa mentre l’Ufficio di presidenza del Bundestag sta decidendo i prossimi turni di votazione.

FOTO: shutterstock
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