
Il segretario generali Colombani: “problema grave, la politica non può più ignorarlo”
L’Italia è il Paese delle piccole imprese ma il sistema bancario sembra averlo dimenticato. Tra il 2011 e il 2021 queste realtà hanno subito una diminuzione dei finanziamenti del 32%, un calo triplo rispetto a quello registrato per il complesso dei residenti in Italia al netto delle istituzioni finanziarie (-10,9%). A denunciralo è un report di First Cisl, il sindacato delle banche e delle assicurazioni, elaborato in collaborazione con la Fondazione Fiba Cisl, in occasione della Giornata mondiale delle micro, piccole e medie imprese che ricorre oggi.
«E’ un problema grave e la politica non può più ignorarlo in un Paese di piccole imprese come l’Italia – ha detto il segretario generale del sindacato Riccardo Colombani. – Sul fenomeno ha pesato anche la fuga delle banche dai territori».
Nonostante la rarefazione del credito il tessuto delle piccole imprese resta in Italia ancora il principale bacino di occupazione. Se si guarda al confronto con i partner dell’Unione Europea da noi la quota di lavoratori impiegati dalle imprese sotto i 10 dipendenti è nettamente più alta (42%) rispetto alla media (29%) ma soprattutto rispetto a Germania (19%) e Francia (23%).
La resilienza del tessuto delle piccole imprese è dimostrata anche dal numero complessivo dei dipendenti, che dal 2012 al 2020, nonostante i problemi di accesso al credito, ha registrato una variazione minima. Se si prendono ancora una volta a riferimento le imprese sotto i 10 dipendenti il numero si è ridotto marginalmente, ma soprattutto resta quasi doppio rispetto a quello delle grandi imprese.