
L’esposizione alla Russia di Michelin e Nokian è diversa. Rischi anche per Pirelli
Anche Michelin e Nokian sono fuori dalla Russia. Continua quindi ad aumentare il numero di multinazionali che, in segno di protesta contro la guerra in Ucraina, decidono di abbandonare Mosca e questa volta l’annuncio arriva da due società attive nella produzione di pneumatici.
La decisione ha però valenze diverse: nonostante l’abbandono rimane inalterata la guidance di Michelin. La società nel Paese conta circa mille dipendenti, meno dell’1% del totale, una capacità annua di 1,5-2 milioni di ruote principalmente per auto e genera il 2% delle vendite del gruppo.
Diverso è il caso di Nokian che conta un terzo dei dipendenti in Russia e l’80% della capacità annua nel Paese. Abbandonando la Russia, in cui genera il 20% del fatturato, la società si prepara a un forte ridimensionamento, con un crollo della capacità produttiva dai 6 ai 23 milioni.
Per quanto riguarda Pirelli al momento rischi non li corre. Leader italiano nel settore degli pneumatici, dall’inizio della guerra ha sempre negato problemi di approvvigionamento per gli impianti russi, in cui produce 8 milioni di ruote, pari al 11% della capacità del gruppo. La società ha confermato di voler continuare le attività nel Paese, in cui vende il 50% della sua produzione locale, ma se il management dovesse cambiare rotta, gli analisti si aspettano una perdita del 3% di fatturato.