
Gli abusi sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2022
Finisce nuovamente sotto i riflettori Uber ma questa volta le tematiche lavorative e sindacali non c’entrano nulla. 550 donne hanno fatto causa alla società denunciando di essere state stuprate e molestate dai loro autisti. Lo riferisce lo studio legale che sta seguendo il caso presso un tribunale di San Francisco.
Nella class action, che è stata depositata al tribunale di San Francisco, il gigante del “ride-hailing” viene accusato di non aver affrontato il problema, pur essendo a conoscenza della sua portata sin dal 2014. Gli avvocati hanno fatto sapere che stanno indagando su almeno altri 150 possibili casi di aggressioni.
Stando a quanto riportato da Abc news le 550 donne, che vivono in diversi Stati, “sono state stuprate, aggredite sessualmente, maltrattate, perseguitate, molestate o attaccate dagli autisti Uber che le accompagnavano“. Gli abusi sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2022. Le denunce arrivano a due settimana dalla pubblicazione di un rapporto sulla sicurezza da parte di Uber nel quale si rivela che ci sono stati almeno 3.824 episodi di violenza sessuale tra il 2019 e il 2020, che vanno dal “bacio non consensuale” alla stupro.
La società ha assicurato di affrontare il modo serio il problema e di aver già adottato misure per contrastarlo. Ma gli avvocati della class action sostengono che non è stato fatto abbastanza e che Uber dovrebbe installare telecamere all’interno delle auto, controllare se gli autisti hanno precedenti e creare un sistema di allarme. D’altronde non è la prima volta che Uber deve affrontare cause di questo tipo: nel 2018 raggiunse un accordo extragiudiziario con le due donne che avevano presentato il ricorso.