
17 miliardi bruciati del Ftse Mib solo con l’annuncio delle dimissioni di Draghi
È un momento quanto mai delicato, questo, e la crisi di Governo sta acuendo le tensioni. Non solo politiche, ma anche economiche, dato che i costi di una crisi di governo sono particolarmente significativi.
Già solo con l’annuncio delle dimissioni del premier Draghi il Ftse Mib ha segnato -3,44% mandando in fumo 17 miliardi di capitalizzazione, indice peggiore in Europa. Secondo gli analisti Piazza Affari in un momento così complicato come questo, rischia di sprofondare ancor di più. Salvo colpi di scena nei prossimi giorni la Borsa italiana non vivrà il suo momento migliore, inoltre sono a rischio i quasi 40 miliardi di euro che il governo avrebbe dovuto spendere entro fine anno.
Si tratta dei fondi del Pnrr, a fine anno poi la Commissione Europea dovrebbe concedere la seconda tranche, 21,8 miliardi, ma per ottenerla è necessario raggiungere gli obiettivi dei 16 target e 39 milestone. Anche senza un governo in carica i ministeri potrebbero lavorare con decreti attuativi, mentre sarebbe tutto molto complicato se si andasse a elezioni a ottobre, dato che entro il 31 dicembre si devono raggiungere le 66 riforme (23 leggi e 43 decreti attuativi).
Con la caduta del governo verrebbe anche meno il decreto di luglio da 10 miliardi per arginare l’effetto dei rincari con interventi su Iva, aiuti in bolletta e aumento dei salari. Sarebbe dunque a rischio anche i taglio del cuneo fiscale che era atteso nella legge di Bilancio (che sarebbe arrivata in autunno). Con la crisi di governo si andrebbe incontro anche ala mancata riforma delle pensioni, con un ritorno alla legge Fornero.
A farne le spese anche la questione degli stoccaggi del gas, dato che senza un governo e con la Russia sempre più orientata allo stop delle forniture sarebbe difficile raggiungere l’obiettivo di stoccare l’80-85% entro ottobre (per arrivare al 90% a dicembre e affrontare con serenità l’invero).