Operazioni commerciali fuori i confini nazionali? La Partita Iva italiana non basta
I lavoratori autonomi che intendono estendere all’estero la propria attività devono ricordare che la sola Partita Iva non è sufficiente se si intendono avere operazioni commerciali con soggetti al di fuori dei confini italiani. In questo caso è necessaria la Partita Iva comunitaria o intracomunitaria. La Partita Iva comunitaria può essere aperta sia dai possessori di Partita Iva italiana, sia da chi apre la Partita Iva per la prima volta, con questa tipologia si potranno effettuare transazioni di prodotti e servizi con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea.
Nello specifico si tratta di un codice assegnato a un’attività che permette di identificare il Paese di provenienza del tipo di business ed è simile alla normale Partita Iva, con l’apertura della Partita Iva comunitaria è necessario iscriversi anche al Vies, il sistema elettronico di scambio di dati sull’Iva, una banca dati che convalida il numero di Partite Iva all’interno dell’Unione. I possessori di Partita Iva possono chiedere l’iscrizione al Vies e ottenere in automatico la Partita Iva comunitaria.
Dopo la richiesta di Partita Iva comunitaria la sede legale dell’attività dovrà rimanere nel Paese di apertura della Partita Iva, gli obblighi sono di effettuare dichiarazioni Iva trimestrali, la dichiarazione periodica Intrastat per gli scambi comunitari, e tenere un registro aggiornato delle vendite.