Sindacati divisi sul Dl Aiuti bis al termine dell’incontro al Mef con il ministro Orlando: Landini e Bombardieri “non ci sono”, ma Sganga “non è deluso”
Un punto in più di taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro da luglio fino alla fine dell’anno, portando così l’intervento al 1,8% e un anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con gli assegni che aumenteranno del 2% da ottobre. Sono alcuni punti del decreto Aiuti bis illustrati stamattina a partiti e sindacati. Le due misure valgono 1 miliardi e 1,5 miliardi.
Al termine dell’incontro al Mef, sia Uil che Cgil hanno espresso la propria delusione, mentre la Cisl si è dichiarata soddisfatta, soprattutto sulle pensioni.
Per Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, Sul piano quantitativo il decreto Aiuti bis «del tutto insufficiente perchè, su 14,3 miliardi di manovra, 1 miliardo è per i lavoratori e 1,5 miliardi per le pensioni». «Ridurre il cuneo fiscale in questa misura – ha spiegato – significa che per un lavoratore ogni, 1.000 euro, sono 10 euro lordi al mese e per le pensioni significa che ogni 500 euro sono 10 euro lordi al mese. Stiamo parlando di cifre che sono assolutamente insufficienti ad affrontare il problema. Anzi, con questa manovra, così come proposta, in tasca ai lavoratori dipendenti e pensionati fino a 35mila euro vanno meno dei 200 euro di una tantum che sono stati erogati a luglio, da qui a fine anno». «Quindi – ha ribadito Landini – non ci siamo: noi abbiamo condiviso gli strumenti ma le risorse sono totalmente inadeguate. Per questo chiediamo che il Consiglio dei ministri, che si deve ancora riunire, affronti in modo diverso la situazione, perchè così non ci siamo».
Sulla stessa linea anche il segretario Uil Pier Paolo Bombardieri: «L’incontro per quello che ci riguarda non è andato bene, condividiamo il metodo ma sulle quantità economiche siamo molto lontani. Per i lavoratori dipendenti passiamo da un esonero da 0,8% a 1,8% che comporta mediamente un aumento lordo nei sei mesi di 100 lordi. Per i pensionati la rivalutazione del 2% è di 10 euro ogni 500 euro per tre mesi, e l’anticipo del conguaglio per l’anno in corso comporta sull’anno un aumento di un euro al mese ogni 500 euro. Siamo a poco più di un’elemosina, il giudizio è insufficiente».
Fuori dal coro il segretario confederale Cisl Ignazio Sganga: «Non sono deluso perché questo è un decreto che sta nel perimetro di quanto c’era stato annunciato a palazzo Chigi. Abbiamo chiesto di rafforzare le misure per lavoratori e pensionati ma si tratta di avviare un percorso che andrà definito nella legge di bilancio e reso strutturale. Ci sono le condizioni in queste ore per verificare ulteriori risorse». «Ci sono segnali importanti su alcuni fronti, 5 miliardi per le bollette che noi valutiamo favorevole mente, abbiamo chiesto di rafforzare la tassazione sugli extraprofitti che servirebbe per rafforzare il perimetro del decreto – ricorda -. C’è il raddoppio dell’esenzione della tassazione dei fringe benefits. C’è un miliardo a favore della sanità ed è importante, e oltre 3 miliardi sui crediti di imposta».