
L’isola produce il 64% dei microchip di tutto il mondo oltre a ospitare due dei porti più grandi a Taipei e Kaoshiung
In questi giorni la piccola isola di Taiwan è tornata al centro delle frizioni internazionali fra Usa e Cina. Dietro alle tensioni sulle sorti del Paese, rivendicato da Pechino come parte della Repubblica Popolare Cinese, non ci sono solo ragioni di carattere politico e storico, ma anche importanti questioni economiche.
Nonostante ad oggi la maggior parte delle potenze mondiali, Usa compresi, ancora non la riconoscano come indipendente, nessuno Stato si vuole tirare indietro dai rapporti commerciali e diplomatici con Taiwan, proprio in vista del suo ruolo strategico tanto per la sua posizione geografica quanto per il suo ruolo nel settore globale dell’industria tecnologica.
Visto il primato di Taiwan nella produzione di microchip, le ripercussioni di ulteriori restrizioni riguarderebbero tutto il mondo, a partire da settori industriali ad alta tecnologia quali automotive, armi, elettrodomestici e smartphone.
L’industria taiwanese produce infatti circa il 64% dei microchip del mercato mondiali, quasi i due terzi, a partire dall’impiego di semiconduttori. È così che la Cina, non avendo apprezzato la visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi, ha subito imposto il blocco all’export di sabbia naturale verso Taiwan sferrando un duro colpo all’industria dei semiconduttori nell’isola.
In particolare, il mercato dei semiconduttori rappresenta il 26% dell’export di Taiwan, superando il 24% combinato di Usa e Giappone nel medesimo settore. Proprio nell’isola si trova infatti la Tsmc, la più grande fabbrica di semiconduttori indipendente in tutto il mondo. L’azienda attualmente sta costruendo un maxi-impianto da 12 miliardi di dollari che sarà operativo in Arizona dal 2024.
Sempre a Taiwan ha sede Foxconn, il più grande produttore di componenti elettrici e di elettronica che solo in Cina conta oltre un milione di dipendenti.
Rispetto alla sua posizione strategica, è bene ricordare che Taiwan vanta il 10% delle spedizioni marittime globali con i due porti di Kaoshiung e Taipei attraverso cui passano compagnie come Evergreen, Yang Ming Marine e Wan Hai.
È anche per questo che nel 2020, anno della pandemia, Taiwan è stata una delle pochissime economie a crescere con un +2,9% del Pil, superando anche la Cina.