
Dalla flat tax al cashback, dalla rottamazione al condono: ecco su cosa puntano le sezioni economiche dei partiti per le prossime elezioni
Al netto di apparentamenti, alleanze e intrecci politici, al cuore della campagna elettorale ci sono i programmi dei partiti. Facciamo chiarezza sui punti di politica fiscali rivendicati da ciascuno schieramento, ciascuno dei quali farà leva su diversi strumenti e diverse urgenze.
Il Pd inaugura la campagna elettorale rilanciando la patrimoniale: mediante una tassa di successione sui patrimoni milionari Letta propone di finanziare la dote per i 18enni. Una proposta questa cui il centrodestra si oppone fermamente e parzialmente ripresa da Azione che, puntando sui giovani, propone una detassazione proporzionale all’età.
Nel piano di politica fiscale dei dem c’è anche il taglio del cuneo, con l’obiettivo di calmierare gli effetti dell’inflazione tagliando le tasse sul lavoro, in particolare sui contributi previdenziali.
Fra le proposte più chiacchierate c’è la flat tax, da anni cavallo di battaglia della Lega che però non ha ancora trovato l’accordo con gli alleati del centrodestra sulle aliquote: Forza Italia propone il 23%, il Carroccio spinge sul 15%.
Si punterebbe ad ogni modo ad estendere la flat tax alle partite Iva fino a 100mila euro di fatturato e, su richiesta in questi caso di Fratelli d’Italia, ad una tassa fissa “su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti“. Ad oggi c’è già una flat tax, applicata al 15% e solo alle partite Iva con reddito fino a 65mila euro annui.
C’è poi una riedizione della rottamazione, un tema di grandissima presa sull’elettorato che viene rigiocato, seppur con modalità distinte, da quasi tutto l’arco parlamentare, M5S compreso.
A proposito di pace fiscale, il centrodestra rilancia una nuova edizione anche del saldo e stralcio oltre che della rottamazione (che sarebbe la quarta). Questo provvedimento sarebbe comunque un’una tantum e l’incasso non sarebbe utilizzabile per coprire l’estensione della flat tax, che richiederebbe un intervento strutturale.
Sempre dal centrodestra, in particolare da Forza Italia, arriva l’idea di uno scudo sul rientro di capitali dall’estero.
Il M5S, pur respingendo l’idea di un condono, avanza la proposta di una “definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo, con rateizzazione fino a 120 euro“.
Conte rilancia anche un suo vecchio cavallo di battaglia già messo in atto durante il suo Governo: si tratta del cashback, cancellato dal premier Draghi, che questa volta consisterebbe in detrazioni da accreditare man mano sul conto corrente e non con scadenza annuale.