Un emendamento al Dl Aiuti autorizza i Comuni, per l’anno in corso, a distrarre i fondi derivati dalle contravvenzioni per coprire le spese energetiche. Per il Codacons, “scelta assurda e sbagliata”
Il Codacons torna ad attaccare sul tema delle multe: l’Associazione, che da anni chiede che i proventi delle sanzioni riguardanti il Codice della Strada siano destinati, come prevede la legge, alla sicurezza stradale, denuncia una volta di più l’impiego di queste risorse per ragioni che non hanno nulla a che vedere con la circolazione e la tutela degli utenti: la copertura dei rincari di luce e gas.
Un emendamento (sconosciuto ai più) al decreto Aiuti, si legge in una nota, approvato in sede di conversione in legge e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, autorizza infatti i Comuni a utilizzare “per il solo anno 2022” i proventi delle multe comminate per il superamento dei limiti di velocità, nonché gli introiti della sosta a pagamento sulle strisce blu, “a copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas”, schizzate alle stelle a causa del caro-energia.
Per il Codacons, distrarre risorse indispensabili per tappare il buco aperto dal caro-bollette nei bilanci dei Comuni è una scelta assurda e sbagliata, che avrà conseguenze gravissime sulla sicurezza stradale. Per questo l’Associazione avvierà un ricorso alla Corte Costituzionale per ottenere l’annullamento della norma.
I Comuni, spiega l’associazione consumatori, potranno sottrarre i proventi delle multe alla “realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, ivi comprese la segnaletica e le barriere, e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale”, come recita la legge, e destinarle invece a coprire il caro-bollette e i costi in crescita dell’energia.
In un Paese che già destina risorse minime alla sicurezza stradale, con una percentuale altissima di incidenti stradali con vittime e feriti che hanno come concausa le infrastrutture fatiscenti, che già non riesce a centrare gli obiettivi europei sulla riduzione progressiva della mortalità stradale, in un Paese che nel 2021 ha contato 2.875 morti sulle strade (+20,0% rispetto all’anno precedente), 204.728 feriti (+28,6%) e 151.875 incidenti stradali (+28,4%), usare risorse che possono salvare la vita a migliaia di persone per altri scopi è una scelta indecente e sbagliata, osserva il Codacons.
«Ancora una volta il Governo italiano svilisce e trascura la sicurezza stradale, ovvero l’incolumità dei suoi cittadini – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Incredibile che nessuno abbia detto nulla rispetto a un obbrobrio normativo di questo tenore, che avrà un impatto diretto e sicuramente nefasto sulla sicurezza sulle nostre strade: ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale per contrastare questa norma illogica e pericolosa», conclude.
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