
Mancata fusione da 1,4 miliardi di dollari tra un’azienda sudcoreana di semiconduttori e una società cinese di private equity: l’ha vietata il Cfius, comitato che si occupa di sicurezza nazionale
L’industria dei semiconduttori è stretta nella morsa delle sempre più acute tensioni geopolitiche tra Usa e Cina. Indicatore della situazione, scrive il Financial Times, è la recente mancata fusione da 1,4 miliardi di dollari tra l’azienda sudcoreana di semiconduttori Magnachipa e la società cinese di private equity Wise Road Capital.
Magnachip, a parte la sua quotazione a Wall Street e una presenza solo “nominale” nel Delaware, non ha di fatto nulla a che vedere con gli Usa ma questo non ha impedito al Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti di intervenire nella fusione stabilendo che essa rappresentava un potenziale rischio per la sicurezza nazionale, bloccando di fatto l’accordo.
«Il Cfius è tradizionalmente coinvolto in questioni di sicurezza tradizionali come i porti e le infrastrutture, eppure ha bloccato l’acquisizione di questa società di chip relativamente piccola che aveva a malapena una presenza negli Stati Uniti – ha dichiarato Chris Miller, professore assistente alla Tufts University e autore di Chip War: The Battle for the World’s Most Critical Technology – E’ stato un segnale molto importante per l’intero settore».
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