
Mentre proseguono le sanzioni commerciali di molti paesi occidentali, la Cina ha indicato che continuerà a commerciare con la Russia come prima, tenendo conto sempre dei suoi interessi nazionali
Le importazioni della Cina di combustibili fossili dalla Russia continuano a correre anche a luglio grazie ai prezzi a sconto offerti, facendo di Mosca il primo fornitore di greggio per il terzo mese di fila.
Pechino, secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, ha acquistato greggio e gas naturale liquefatto (Gnl) in aumento per il quarto mese consecutivo, segnando rialzi annui, rispettivamente, del 7,6% (a circa 7,14 milioni di tonnellate) e del 20,1%, superando le 400.000 tonnellate. Anche l’import di carbone, nel mezzo delle aspre tensioni con l’Australia, è salito ai massimi degli ultimi cinque anni.
Il valore delle importazioni totali della Cina dalla Russia tra gennaio e luglio è aumentato del 48,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le esportazioni cinesi verso la Russia sono cresciute su base annua lo scorso mese del 22,2% a luglio (-17% a giugno), per la prima volta in cinque mesi, a fronte di importazioni che hanno mantenuto un ritmo elevato a +49,3%, ma meno del +56% di giugno e del +79,6% di maggio.
I Paesi occidentali hanno imposto pesanti sanzioni a Mosca per l’aggressione ai danni dell’Ucraina, ma la Cina ha indicato che continuerà a commerciare con la Russia come prima, tenendo conto sempre dei suoi interessi nazionali.
La Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio attraverso quella che è stata presentata come una “operazione militare speciale” che Pechino s’è rifiutata di condannare, affermando però che non avrebbe fornito assistenza militare a Russia o Ucraina, ma che avrebbe adottato le “misure necessarie” a tutela delle sue aziende.