
Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, l’Italia ha subito uno degli incrementi di temperatura maggiori in Ue e continua a surriscaldarsi più velocemente della media
L’Italia si presenta sempre di più vittima di crescenti ondate di calore, e con precipitazioni più intense e concentrate in periodi brevi. Il Bel Paese si trova al centro di un’area, il Mediterraneo, considerata dagli scienziati un “hot spot” del cambiamento climatico.
Lo scrive un rapporto del Global Strategic Communications Council (Gscc), un network globale su clima ed energia, che ha raccolto i risultati delle piu’ autorevoli ricerche in materia. Solo nel 2021, nel nostro paese si sono verificati 187 fenomeni meteorologici estremi, che hanno provocato danni nei territori con 9 morti.
Dal 2010 al 2021, l’Osservatorio CittàClima di Legambiente ha registrato nella Penisola 1.118 eventi estremi, con 264 vittime e danni rilevanti in 637 comuni, l’8% del totale.
Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), le temperature estive in Italia aumenterebbero fino a 3,5° rispetto al 1971-2000 entro il 2100 in uno scenario di riscaldamento globale di 2,5°, e fino a 6° in uno scenario di riscaldamento globale sopra i 4° entro la fine del secolo.
L’IPCC ha previsto che il clima mediterraneo diventerà più secco e arido. L’Italia ha già subito uno degli incrementi di temperatura maggiori in Europa, con +1,54° rispetto alla media del periodo 1961-1990, e continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale.
La Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) prevede per l’Italia meno piogge, ma più intense: una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo per il Sud e per il Centro Italia, ed un aumento delle precipitazioni nel periodo invernale nel Nord Italia e della massima precipitazione giornaliera per la stagione estiva ed autunnale.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Hydrology and Earth, in caso di emissioni elevate, l’Italia rischierebbe di perdere fino a 111 giorni di neve per altitudini oltre ai 3500m, 88 giorni attorno ai 2500m, e 53 a 1500m di altitudine.
Le perdite economiche in Italia per il riscaldamento globale saranno enormi già entro la metà del secolo: in uno scenario ad alte emissioni, le proiezioni di Legambiente parlano per fine secolo di un crollo dell’8% del Pil, ossia 116 miliardi di euro.
Drammatici gli scenari nei diversi settori, come quello agricolo, dove le perdite di rendimento potranno determinare una contrazione della produzione quantificabile in 12,5 miliardi di euro (ossia il 0,7% del PIL) con una temperatura media in aumento di 2°, ed a 30 miliardi di euro (o l’1,9% del PIL) con una temperatura in aumento di 4°.
Neppure il turismo sarà risparmiato. Solo in montagna, ad esempio, considerando gli effetti aggiuntivi del cambiamento climatico dovuti ai cambiamenti socioeconomici in Italia, con uno scenario di riscaldamento di 2° si potrebbe arrivare a perdere fino a 1,5 milioni di pernottamenti all’anno. Nelle aree urbane, dal 2010 ci sono stati 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani e 89 giorni in cui si sono verificati disservizi estesi causati dal maltempo sulle reti elettriche.
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE SU “CLIMATE CHANGE”