
La “lista nera” di restrizioni al commercio vietate nel mercato Ue è una delle misure proposte oggi dalla Commissione europea per mettere in sicurezza il mercato unico durante le crisi
In situazione di emergenza gli Stati membri non potranno più vietare unilateralmente gli scambi di prodotti critici, come accaduto con alcuni dispositivi medici durante la pandemia. La “lista nera” di restrizioni al commercio vietate nel mercato Ue è una delle misure proposte oggi dalla Commissione europea per mettere in sicurezza il mercato unico durante le crisi.
Lo Strumento di emergenza per il mercato unico (SMEI), stabilisce un meccanismo per monitorare il mercato interno, i settori critici e i volumi di stoccaggio di alcuni prodotti essenziali, definendo diversi livelli di rischio e coordinando la risposta a livello Ue.
Lo Smei prevede la creazione di una rete di scambio e comunicazione. Se si individua una minaccia per il mercato unico, la Commissione europea può attivare la modalità di vigilanza.
Infine, in caso di crisi con un impatto ad ampio raggio, il Consiglio Ue potrà attivare la modalità di emergenza. In questa situazione l’Ue potrebbe richiedere agli operatori economici ordini prioritari per i prodotti rilevanti per la crisi.
Nel testo viene indicato espressamente che il regolamento “non si applica” in linea generale ai medicinali, ai dispositivi medicali per diagnosi, prevenzione, monitoraggio, trattamento o attenuazione delle malattie salvo che in una situazione di emergenza (decisa dagli Stati) perchè non potranno esservi proibizioni o restrizioni all’esportazione (in altri Stati Ue).
In ogni caso il nuovo strumento non si applicherà ai semiconduttori; ai prodotti energetici, ai servizi finanziari (banche, credito, assicurazioni e riassicurazioni, pensioni, titoli, fondi di investimento, consulenza per pagamenti e investimenti, attività di regolazione e clearing, intermediazione finanziaria.
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