
Secondo Credit Suisse, forse la ricchezza crescerà al di fuori dei grandi mercati ,puntando l’indice su Brasile e India
Titoli del lusso deboli a Piazza Affari, nonostante le novità che arrivano dalle sfilate milanesi. Aeffe cede l’1,9% attestandosi 1,31 euro, Moncler il 4% a 43,17 euro, Ferragamo il 2,4% a 14,43 euro, Brunello Cucinelli il 3,36% a 50,4 euro. È ferma solamente Tod’s (-0,29%), trattando poco sopra al prezzo d’opa annunciata a 40,2 euro (in Borsa le azioni valgono 40,9 euro).
Come riferisce Radiocor, non va meglio a Parigi, dove Hermes arretra del 3,3%, Lvmh del 2% e Kering dello 0,7%.
Sul settore del lusso, Credit Suisse invita alla cautela: se nel 2021 la maggior parte delle luxury companies hanno avuto performance da incorniciare, quest’anno potrebbero registrare dei rallentamenti, visto che la ricchezza globale potrebbe crescere soltanto di poco rispetto al 2021, anno che invece era stato eccezionale: il rialzo della ricchezza globale è infatti stimato in rialzo dalla banca d’affari del 9,8%, a circa 463 mila miliardi di dollari. La variazione è ben al di sopra della media annua del 6,6% registrata negli ultimi due decenni.
A spingere i patrimoni è stato l’andamento dei mercati finanziari e l’impennata dei prezzi delle case. La musica, però, sta cambiando, soprattutto in alcune aree geografiche: quest’anno l’S&P500, ricorda Credit Suisse, ha perso il 18% e l’indice cinese circa il 25%.
In più il mercato immobiliare americano ha per adesso retto, nonostante l’aumento dei tassi di interesse, ma il prezzo medio di vendita delle case è per la prima volta sceso nello scorso mese di luglio.
L’inflazione galoppante, poi, potrebbe scoraggiare lo shopping di beni di lusso. Forse la ricchezza crescerà al di fuori dei grandi mercati, hanno indicato gli esperti di Credit Suisse, puntando l’indice su Brasile e India. Nel lungo periodo è possibile che le grandi case di moda si riposizionino aprendo negozi in America Latina e Africa, ma intanto nella seconda parte del 2022 potrebbero soffrire, dopo un buono primo scorcio dell’anno.
Quindi, secondo Credit Suisse, è meglio per gli investitori essere cauti sul comparto.