
Nel corso della giornata l’esercito danese ha evidenziato ribollimenti importanti nell’area sopra le perdite. Gli Usa disponibili ad aiutare l’Europa
Due esplosioni sottomarine “molto probabilmente dovute a detonazioni” sono state registrate vicino ai siti delle perdite del gasdotto Nord Stream 1 e 2 poco prima che queste ultime venissero rilevate.
Lo afferma in un comunicato un istituto sismico svedese. Una prima “enorme emissione di energia” di magnitudo 1.9 è stata registrata durante la notte tra domenica e lunedì alle 02 e 03 a sud-est dell’isola danese di Bornholm seguita poi da un’altra di magnitudo 2.3 alle 19 e 04 di lunedì nel nord-est dell’isola.
Parlando con la Afp, Peter Schmidt, della rete sismica nazionale svedese, ha dichiarato che le esplosioni sono state cause con la massima probabilità «da una qualche forma di detonazione».
Nel corso della giornata, le grandi perdite nei gasdotti stanno provocando ribollimenti che hanno un diametro che va da 200 a 1.000 metri di diametro (nella foto). Lo ha annunciato l’esercito danese pubblicando immagini a sostegno. Il fenomeno più vistoso “agita la superficie per un buon chilometro di diametro. Le perdite di gas sono localizzate al largo dell’isola danese di Bornholm.
Un portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca Stati Uniti, parlando all’Afp, ha annunciato la disponibilità degli Stati Uniti. «I nostri partner europei condurranno le indagini, noi siamo pronti a sostenere i loro sforzi – ha affermato la Casa Bianca, che non ha voluto “speculare” sulle cause della fuga -. Questo episodio dimostra quanto sia importante il nostro impegno comune per trovare forniture di gas alternative per l’Europa».
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