
Dopo quattro sedute in calo, il gas è in rialzo del 10%. Secondo i media tedeschi è improbabile che si tratti di un caso e il Cremlino non esclude il sabotaggio
«La Commissione è stata informata di tre fughe di gas, due nel Nord Stream 1 e uno nel Nord Stream 2 – spiega Tim McPhie, portavoce dell’esecutivo, spiegando che l’Ue sta monitorando la situazione e sottolineando che – non c’è alcun impatto sulla sicurezza».
E cominciano a circolare ipotesi di sabotaggio: «È molto difficile che la perdita di pressione dei gasdotti Nord Stream sia frutto di un caso, e una operazione di sabotaggio, la pista ritenuta più plausibile dagli esperti, potrebbe essere stata commessa soltanto da un attore statale, per mano di sommozzatori della marina o con un sommergibile» scrive Tagesspiegel.
Secondo il giornale si dibatte su due ipotesi principali al momento: all’origine dell’agguato potrebbe esserci l’Ucraina o qualche suo alleato; oppure potrebbe essersi trattato di un’operazione russa sotto falsa bandiera, per alimentare maggiore insicurezza e far salire i prezzi del gas ulteriormente.
Il Cremlino ha detto di non escludere il sabotaggio come causa dei danni alla rete di gasdotti Nord Stream. «Al momento non si può escludere nessuna opzione» ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Inoltre, Peskov ha fatto sapere che il Cremlino è molto preoccupato per la situazione, che richiede un’indagine tempestiva in quanto si tratta di un problema di sicurezza energetica per «l’intero continente».
McPhie ha chiuso, per il momento, la questione dicendo che «è prematuro speculare sulle cause».
In questo contesto, il prezzo del gas riprende a salire, dopo quattro sedute in calo. I future Ttf viaggiano ad Amsterdam in rialzo del 10% a 191,5 euro al megawattora, riprendendosi dopo quattro sedute in calo. In ripresa anche i prezzi del petrolio, con il wti che sale dell’1,1% a 77,6 dollari al barile e il brent che avanza dell’1,5% a 85,30 dollari. Aumenti anche per le principali commodities alimentari con il grano duro che sale dell’1% e quello tenero dell’1,1%