
Il premier tedesco ha annunciato un investimento da 200 miliardi per calmierare i prezzi, in impennata per il caro energia
Il tasso di inflazione in Germania è schizzato al 10% a settembre dal 7,90% di agosto, il livello più alto da quando il tasso ha raggiunto il massimo storico di circa l’11,0% nel 1951 e ben al di sopra delle aspettative del mercato del 9,4%, secondo una stima preliminare.
I prezzi al consumo sono aumentati sulla scia dell’aggravarsi della crisi energetica nella più grande economia europea. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo tedesco è aumentato dell’1,90% questo mese rispetto al precedente.
«Il prezzo del gas deve andare giù» ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, annunciando il freno al prezzo del gas, con un investimento da 200 miliardi.
«Ci troviamo in una guerra dell’energia – ha detto il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner, in conferenza stampa con Olaf Scholz e Robert Habeck – Con l’attacco ai gasdotti la situazione si è decisamente inasprita», ha aggiunto.
«Putin vuole distruggere molto di quello che le persone per decenni hanno costruito in Germania. Noi non possiamo accettarlo e ci difenderemo – ha scandito Lindner -. Il freno al prezzo del gas deciso oggi è una chiara risposta a Putin, ma anche una chiara segnalazione al Paese. Noi siamo economicamente forti, e questa forza economica la mobilitiamo, quando serve, come adesso».
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