
L’indice cha tasta il polso ai manager per gli acquisti, è in tutta Europa sotto il livello dei 50, spartiacque tra economia in crescita e in recessione
L’indice destagionalizzato S&P Global Pmi del settore manifatturiero in Eurozona è sceso a 48,4 settembre, rispetto al 49,6 di agosto, segnalando un ulteriore peggioramento delle condizioni. L’indice principale è crollato al suo livello più basso da giugno 2020.
Quello italiano è salito al 48,3 dal 48 di agosto. «Il settore manifatturiero italiano ha completato il terzo trimestre dell’anno con la produzione in calo e il quinto calo mensile consecutivo di nuovi posti di lavoro, legato alla debole domanda appesantita dall’aumento dei prezzi e dall’accresciuta incertezza – ha affermato Lewis Cooper, economista di S&P Global MarketIntelligence – Le tendenze del mercato potrebbero indebolirsi nel breve termine, poiché la fiducia delle imprese è scesa. Le aziende hanno citato i timori di una recessione, l’aumento dei costi energetici, la domanda debole e l’incertezza politica».
Il Pmi del settore manifatturiero tedesco è sprofondato in territorio di contrazione al di sotto di 50 a settembre. L’indice è passato da 49,1 a 47,8 di agosto: si tratta della lettura più bassa da giugno 2020.
Anche in Francia, l’indice è tornato al di sotto del valore di 50 a settembre, passando da 50,6 di agosto a 47,7, indicando un deterioramento dello stato di salute del settore settore. Nel complesso, l’indice principale è sceso al il livello più basso da maggio 2020.