
Sono oltre il 91% i genitori che ritengono sia importante trasmettere ai propri figli, fin da quando sono piccoli, le prime nozioni di educazione finanziaria
Ottobre è il “Mese dell’educazione finanziaria“. Per l’occasione, la piattaforma di e-learning GoStudent e la banca online N26 hanno voluto dare voce ai genitori italiani e conoscerne più da vicino prospettive e opinioni su temi come la paghetta, il risparmio e l’utilizzo del denaro.
Dallo studio su un campione di genitori con figli della Generazione Alpha e Z è emerso che la “paghetta” è ancora una pratica ampiamente diffusa tra le famiglie italiane. Infatti, quasi 7 genitori italiani su 10 (66%) hanno dichiarato di dare la mancia ai propri figli per abituarli a fare qualche spesa in autonomia e responsabilizzarli.
Settimanale, mensile o su richiesta? In Italia, il 40% dei genitori è solito dare la mancia ai propri figli con cadenza settimanale. Il 22% preferisce, invece, dispensarla su base mensile.
Grazie ad una somma percepita mensilmente i ragazzi, soprattutto quelli più grandi, hanno, infatti, l’opportunità di sviluppare maggiore autonomia nelle decisioni economiche e in una prospettiva di più lungo periodo.
Sempre al 22% si attesta, invece, la percentuale di genitori che non hanno concordato una frequenza prestabilita. Il 15% dei genitori dà la “paghetta” su richiesta, in base alle esigenze dei figli. Solo l’1% la dispensa quotidianamente.
Per 4 ragazzi su 10 la “paghetta” settimanale è tra 10 e 20 euro. Sono soprattutto gli adolescenti della fascia 14-16 a percepire questa cifra. Con il salire dell’età aumenta anche la quantità di denaro messo a disposizione dalle famiglie. Solo il 10% prende più di 50 di mancia ogni settimana e si tratta prevalentemente dei ragazzi dai 17 anni in su.
Per il 45% delle madri e dei padri che hanno preso parte al sondaggio la “paghetta” non dipende assolutamente dal rendimento scolastico. Per il 28% dei ragazzi italiani, invece, andare bene a scuola rappresenta un incentivo per poter ottenere del denaro extra. Infine, l’11% dei genitori sostiene che la “paghetta” debba essere commisurata alle performance scolastiche e che dei buoni risultati nello studio siano una condizione imprescindibile.
Niente mancia, quindi, se i figli vanno male a scuola. Il 99,5% dei genitori intervistati dice di essere a conoscenza dell’utilizzo che il proprio figlio fa della ‘paghetta’. Oltre il 50% la destina alle uscite con gli amici, mentre il 16% la usa prevalentemente per acquistare libri, videogiochi, film e musica. Più del 25%, infine, accantona regolarmente almeno una parte della paghetta, con lungimiranza e senza alcuna imposizione da parte dei genitori.
Le famiglie italiane, che sono tra le più attente al risparmio in Europa, guardano anche al futuro e concordano, quasi all’unanimità, sul fatto che educare bambini e ragazzi all’uso consapevole del denaro e all’importanza del risparmio contribuisca a prepararli al mondo e a renderli più responsabili.
Sono oltre il 91% i genitori che ritengono sia importante trasmettere ai propri figli, fin da quando sono piccoli, le prime nozioni di educazione finanziaria. Il 61% ha, inoltre, dichiarato di affrontare regolarmente il tema del risparmio e di fare tutto il possibile per trasmettere questo valore ai propri figli e sensibilizzarli.
Il 30% dice, invece, di non discutere costantemente di risparmio, ma che, comunque, questo sia un argomento abbastanza ricorrente in casa. Solo il 2% degli intervistati non impartisce alcun tipo di insegnamento finanziario e sostiene di non considerarlo un aspetto fondamentale nel percorso di crescita dei propri figli.
Oltre 8 genitori su 10 vorrebbero che l’educazione finanziaria fosse affrontata sui banchi di scuola e inclusa nei programmi scolastici. Ad oggi, invece, gli insegnamenti finanziari sono ancora quasi completamente appannaggio delle famiglie italiane. Un fattore questo che può contribuire a creare disparità sociale e a far sì che temi come il valore del denaro e l’importanza del risparmio rimangano una prerogativa dei ragazzi con i genitori più istruiti e abbienti.
In altri Paesi, come il Portogallo e in molti Stati americani, l’educazione finanziaria è, invece, da tempo materia scolastica obbligatoria.