
Il Fondo Monetario ha analizzato 22 situazioni nelle economie avanzate che, negli ultimi 50 anni, hanno presentato condizioni simili al 2021 e che non hanno portato in media a spirali salari-prezzi
La velocità di aumento dell’inflazione in molte economie durante il 2021, a seguito della ripresa dallo shock provocato dalla pandemia da COVID-19 è al centro del capitolo 2 del World Economic Outlook che analizza il mix di fattori trainanti dal lato dell’offerta e della domanda che stanno scatenando l’impennata dei prezzi e di conseguenza l’aumento dei salari.
Queste constatazioni hanno sollevato “preoccupazioni sul fatto che queste condizioni possano rafforzarsi e portare a una spirale salari-prezzi, un ciclo prolungato in cui l’inflazione porta a una crescita salariale più elevata, alimentando un’inflazione ancora più elevata”.
Il Fondo Monetario ha analizzato 22 situazioni nelle economie avanzate che, negli ultimi 50 anni, hanno presentato condizioni simili al 2021 e che non hanno portato in media a spirali salari-prezzi.
Dallo studio sono emersi tre fattori che hanno funzionato nel contenimento dei rischi: “gli shock sottostanti all’inflazione provenivano dall’esterno del mercato del lavoro, il calo dei salari reali contribuiva a ridurre le pressioni sui prezzi e le banche centrali avevano in modo aggressivo la politica monetaria”.
Lo studio ha rilevato che in queste economie l’inflazione è scesa nei trimestri successivi e i salari nominali sono gradualmente aumentati, favorendo la ripresa dei salari reali.
LEGGI ANCHE Bce, Lane: “Equilibrio nell’adeguamento salari. O sarà peggio”