
Messina, presidente di Assoturismo traccia il quadro della situazione: da un lato i potenziali turisti sono frenati dalla crisi, dall’altro arrivano le bollette agli alberghi
A marzo la guerra in Ucraina aveva fatto lanciare l’allarme per lo stop ai turisti russi. Oggi, quando ancora i dati sulle presenze di questa estate non sono stati elaborati, sul turismo si allunga anche l’ombra del caro energia.
«I russi non sono arrivati e sono arrivati meno anche i turisti dal Nord Europa, sicuramente per via delle rotte aeree – spiega all’Adnkronos Vittorio Messina, presidente di Assoturismo- Confesercenti e presidente di Confesercenti Sicilia – Ma adesso la nostra preoccupazione, più che se ci sono turisti russi o del Nord Europa, sono le conseguenze del caro energia che arriva proprio in una stagione, quella autunnale, che credevamo potesse fare da inizio del rilancio del turismo».
Da giugno a settembre i dati sembrano positivi. «Abbiamo cominciato a rivedere turisti europei, soprattutto spagnoli e francesi, e questo ha dato un po’ d’aiuto, tanto che le città d’arte hanno segnato un +31% di presenza da giugno ad agosto – dice Messina – È chiaro che un incremento che fa i conti con la calma piatta dell’anno precedente, però ci fa comunque ben sperare».
Adesso il problema è cosa accadrà in autunno. «Con le 5-6 settimane estive non riusciamo a far quadrare i bilanci né riusciamo ad incominciare ad ammortizzare le perdite e i costi che abbiamo avuto nei 25 mesi della pandemia – prosegue – Speravamo e speriamo che ci sia questo inizio di ripresa anche se siamo spiazzati da quelli che possono essere gli effetti del caro energia».
Le incognite riguardano i flussi turistici ma anche le proposte da parte della filiera. «Gli italiani sono in attesa della bolletta. C’è un martellamento continuo sul fatto che arriveranno duplicate/triplicate e quindi il buon padre di famiglia aspetta prima di decidere cosa fare – afferma il presidente di Assoturismo – Dall’altro lato, noi stiamo cominciando a riflettere sulla vendita dei pacchetti turistici, ma come facciamo a stabilire i prezzi se non sappiamo se e quanto aumenteranno queste bollette? Corriamo il rischio di essere fuori mercato rispetto ai costi che sosterremo. Viviamo con questa grande incertezza e con lo spettro di aumenti significativi che le strutture non potranno certo ammortizzare senza ricorrere ad altri aumenti. Senza certezza di interventi, che siano a livello europeo o del governo nazionale, la filiera sta sul chi va là».
A chiudere saranno quasi sicuramente tutte le strutture che si basano sul turismo in senso stretto, in particolare quelle che si trovano nelle zone di mare. «I costi sono superiori alle presenze ridotte della bassa stagione – spiega Messina – La Sicilia, per esempio, è una delle regioni in cui la gran parte delle strutture, alberghiere ed extra alberghiere, probabilmente decideranno di chiudere per la stagione autunnale perché siamo una regione basata sul turismo in senso stretto e in bassa stagione le strutture faranno fatica a pagare. Ci sono delle situazioni in cui i gestori hanno chiesto, a titolo di cauzione, il pagamento di tre bollette di luce questo significa, al di là dell’importo, drenare liquidità dalle casse delle imprese. Così – conclude – diventa veramente difficile».