Il trend sui mercati resta negativo, anche se ci si aspetta un andamento zigzagante. L’attesa è per il dato sull’inflazione Usa
La Borsa di Milano apre in calo. Il primo indice Ftse Mib cede lo 0,81% a 20.732 punti. Francoforte segna -0,66%, Parigi -0,63% e Londra -0,41%.
Avvio debole per i mercati in attesa dei dati di settembre sull’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì. Oggi inizia la stagione delle trimestrali e i mercati governativi statunitensi resteranno chiusi per la festività del Columbus Day, mentre saranno regolarmente aperti i mercati azionari e i future.
Il trend sui mercati resta negativo, anche se gli analisti si aspettano un andamento zigzagante. In Asia, la Borsa di Tokyo e quella di Seul sono chiuse, mentre Hong Kong e Shanghai, perdono oltre il 2% e quasi l’1%, dopo la nuova stretta decisa venerdì dalla Casa Bianca sulle esportazioni di tecnologia Usa verso la Cina. In calo anche i future a Wall Street, dopo un’ottava complessivamente positiva a New York, nonostante una marcata flessione nella seconda parte.
Lo Spread tra Btp e Bund apre in netto rialzo a 253 punti, rispetto ai 249,9 punti della chiusura di venerdì. Il rendimento del decennale italiano sale al 4,72%.
Prezzo del petrolio in calo questa mattina sui mercati delle materie prime dopo gli aumenti registrati la scorsa settimana: il barile di greggio con consegna a novembre passa di mano a 91,84 dollari con un calo dello 0,86%. Il Brent con consegna dicembre è scambiato a 97,06 dollari con un calo dello 0,88%.
Apertura ancora in calo per il prezzo del gas, in attesa delle decisioni dell’Europa sul price cap mentre proseguono gli accertamenti sul Nord Stream dopo le esplosioni delle settimane scorse. Ad Amsterdam il prezzo scende ancora a 145 euro al megawattora, con un flessione del 7,2% rispetto alla chiusura di venerdì.
Sul mercato dei cambi il biglietto verde torna a guadagnare terreno, sia sulla sterlina che scende a 1,10, sia sullo yen, che risale sopra quota 145, mentre l’euro resta sotto la parità.
Questa settimana il dato clou sarà quello sull’inflazione Usa. La previsione degli analisti è quella di un rallentamento dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all’8,1%. I riflettori, in particolare, saranno puntati sul dato core atteso invece in accelerazione, dal 6,3% al 6,5%. Se così fosse i dati darebbero maggiore forza alla Fed per un ulteriore rialzo di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre.
Più in generale non solo i mercati ma tutto il mondo guarda col fiato sospeso all’incubo del nucleare. La Russia lo userà o meno? Intanto, dopo lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sull’esplosione del ponte che collega la Crimea alla Russia, il Nyt rivela: «Dietro l’attacco ci sono i servizi di intelligence ucraini». Putin accusa gli ucraini di aver attuato un «attacco terristico» contro il ponte e il Cremlino alza i toni nei confronti dell’Europa, affermando che l’Ue «risentirà delle conseguenze negative di aver rifiutato l’energia russa per i prossimi 10-20 anni». Oggi si terrà la riunione del Consiglio di sicurezza russo.
Negli Usa, domani, saranno pubblicati anche i dati sulla fiducia delle piccole imprese e, venerdì, l’indice sulla fiducia dell’Università del Michigan, utili per fornirci un quadro più chiaro sul sentiment generale. Infine, sempre venerdì, avremo le vendite al dettaglio attese in lieve rallentamento.
In area euro non sono attesi dati di rilievo se non, mercoledì, la produzione industriale e, venerdì, la bilancia commerciale. Tuttavia, dopo il vertice di Praga che non ha partorito nulla, c’è attesa per la riunione dei ministri dell’Energia di domani e dopodomani che, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 ottobre, in tema di energia potrebbero mettere in campo delle proposte interessanti, tanto più che ora non c’è più l’ostacolo del voto in Bassa Sassonia, che ostacalavano la trattativa. Alle elezioni ha vinto l’Spd, che resta il primo partito, col 33%, anche se perde oltre il 3% rispetto a cinque anni fa e anche se l’ultra destra di AfD ha sfondato, raggiungendo l’11,5%.
Mercoledì c’è attesa per le minute della Federal Reserve e per il discorso di Christine Lagarde. Il rapporto sull’ultima riunione della Fed è importante per capire quanto i membri della Fed hanno preso in considerazione l’ipotesi di rialzare i tassi di un punto percentuale il 2 novembre. Inoltre gli investitori vorrebbero sapere se la Fed è pronta a vendere i titoli in suo possesso piuttosto che limitarsi a non reinvestire su quelli in scadenza.
Lagarde sicuramente confermerà che la Bce proseguirà a rialzare i tassi senza tentennamenti.
Infine, a Milano mercato azionario in calo nelle battute iniziali, in linea con il resto d’Europa. Sul listino andamento selettivo, con ribassi per Tim (-2%), Moncler (-2,5%) ed Enel, mentre nell’energia tengono Eni, Hera e A2A. Banche miste intorno alla parità, nell’industria Stellantis cede lo 0,6%, Pirelli -0,5%. Giù Stm (-1,6%). Rialzi per Inwit e tra i finanziari per Generali (+0,5%) e Banca Generali (+0,6%).