E per il governatore della Banca di Francia, Villeroy per arrivare a un’inflazione al 2% “saranno necessari due o tre anni”
Nella prossima riunione del 27 ottobre, la Bce «dovrà compiere nuovamente un significativo passo avanti, ma è ancora troppo presto per dire quanto grande debba essere il passo». Lo ha detto il governatore della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo Bce Klaas Knot (nella foto), secondo cui al momento i mercati non stanno pienamente prezzando il rischio che l’inflazione si riveli nel medio periodo più persistente di quanto atteso ora dai modelli previsionali.
L’attesa è che l’inflazione scenda nel 2023 – ha detto Knot – ma la domanda è quanto velocemente. E in questo scenario di incertezza, Knot ritiene che anche nel 2023 saranno necessarie mosse significative da parte della Bce sui tassi per far scendere l’inflazione.
Secondo Knot infine c’è una possibilità significativa che l’inflazione nel 2024 sarà superiore al 2,3% atteso ora dalla Bce secondo le ultime proiezioni di settembre ma i i mercati non sembrano aver ancora valutato questo rischio.
E Francois Villeroy de Galhau, membro del consiglio direttivo Bce e governatore della Banca di Francia, parlando con la radio France Culture, ha detto che la Banca centrale europea è impegnata a ridurre l’inflazione al 2% per cento nell’arco di due o tre anni.
Villeroy ha ribadito che l’obiettivo di politica monetaria di tassi vicino al 2% rimane quello corretto e che dovrebbe essere perseguito non solo dalla Bce ma anche dalle banche centrali di altri paesi e ha ammesso che al momento la zona euro rimane ancora lontana dal raggiungerlo considerato che il mese scorso l’inflazione è salita al 10%.
«È un segnale molto forte che la banca centrale invia a tutti gli attori economici che porteremo l’inflazione all’obiettivo», ha affermato Villeroy, aggiungendo che le misure di politica monetaria impiegheranno dai due ai tre anni per avere pieno effetto.