
Sorrisi, parole di unità e ringraziamenti sul palco del congresso di sindacato; resterà in carica fino al 2026
Tanti sorrisi e un grazie pacato ma convinto quello di Pierpaolo Bombardieri, riconfermato alla guida del sindacato dell’Unione Italiana del Lavoro al diciottesimo congresso della sigla, dopo un primo mandato nel 2020 quando subentrò a Barbagallo.
«Grazie di cuore della fiducia, dell’affetto, del cuore e della passione che avere sempre messo nel vostro lavoro – valori che sottolinea il neorieletto segretario – è quello che ci unisce, quello che ci rende comunità, quello che ci da la possibilità di guardare avanti con determinazione sicuri che saremo in grado di cambiare il nostro futuro». Dopodiché un ringraziamento speciale al suo staff e la proposta al consiglio di riconfermare alla segreteria confederale alcuni dei suoi membri – si tratta del primo atto ufficiale. Non sono mancate però dal palco di Bologna stoccate sia all’esecutivo in procinto di giurare che quello uscente; soprattutto sulla questione giovani, disuguaglianze e lavoro bacchetta la sinistra: «Noi non ci siamo mai spostati, siamo rimasti sempre al nostro posto, siamo rimasti con il lavoro, con i lavoratori e le lavoratrici, con i giovani che non trovano occupazione, con gli emarginati, con i migranti, con gli anziani che stanno in difficoltà. Forse è la sinistra che deve fare una riflessione su dove è andata, su chi rappresenta». E sull’occupazione dei giovani chiosa: «Non servono pacche sulle spalle».
Formalmente eletto segretario generale nel 2020, fu tuttavia nel 2019 che Bombardieri si trovò alla dirigenza del sindacato in qualità di segretario federale aggiunto, dopo un percorso iniziato negli anni ’90 nella Uil Giovani. Traghetterà l’Unione in un periodo complesso non solo sul profilo delle vertenze sindacali e della crisi economica, ma anche di ridefinizione dei rapporti con l’esecutivo in fase di insediamento di Fratelli d’Italia.