
L’ex banchiere ora a capo del colosso delle armi è soddisfatto dell’esito elettorale e chiede politici al governo, non più tecnici
L’ex banchiere Alessandro Profumo, oggi al vertice di Leonardo, in una intervista a Libero Quotidiano dice che «il governo si farà e durerà e che la destra potrà dare un contributo nuovo. L’ordine, il rigore, che sono valori tradizionalmente di destra. Oltre a un certo pragmatismo».
Quindi avanti i politici e vade retro i tecnici: «La guida deve essere politica, i tecnici coadiuvano secondo le loro competenze. II solo posto dove davvero servirebbe un tecnico al governo è il ministero della Pubblica Amministrazione, settore che va razionalizzato e dal quale dipende l’efficienza del Paese, tra cui anche la messa a terra del Pnrr».
La premier in pectore ha sondato a lungo dei tecnici per il ministero dell’Economia senza ricevere risposte entusiaste: «Penso piuttosto che si stiano raccogliendo i frutti bacati del populismo. I tecnici guadagnano molto e il governo a un ministro non parlamentare offre novantamila euro. Bisogna essere dei pensionati o dei missionari».
Poi aggiunge: «L’Unione Europea sconta una inadeguatezza di leadership che è invalidante. Avevo sperato che la Merkel avrebbe guidato la Commissione, ma… Vedremo cosa decideranno i Paesi nel 2024, quando la von der Leyen e Michel scadranno».
Profumo è fortemente europeista: «Da soli non si va molto lontano». La guerra e la crisi delle bollette hanno dimostrato tuttavia che l’Europa è una sovrastruttura poco efficace più che un Super-Stato proattivo: «Le leadership possono fare molto, in male o in bene, come ha dimostrato Draghi alla guida della Bce».
Però forse introdurre qualche correttivo democratico aiuterebbe l’Europa a essere più vicina alle popolazioni e più presente sui problemi contingenti: «Vedo che c’è un forte dibattito politico in corso, sicuramente a qualcosa porterà. Non dimentico che quando la Ue provò a dotarsi di una carta costituzionale, che sarebbe stata il fondamento giuridico e valoriale dell’Unione, la Francia si oppose».
In merito infine alla difesa comune dell’Ue: «Dal mio punto di vista la cosa fondamentale è rafforzare l’industria della difesa con sinergie crescenti sulle piattaforme. Bisogna convergere su requisiti comuni – si pensi al progetto Eurofighter – per realizzare prodotti e sistemi omogenei, indirizzando in questo modo la spesa per la Difesa su un sistema interconnesso. In questo modo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo si rivelerebbero più efficaci portando benefici all’intera filiera dell’innovazione dalle Università ai centri di ricerca fino alle imprese e tutto l’indotto produttivo e commerciale», ha concluso Profumo.