
In termini assoluti, Germania e Francia sono gli Stati che hanno erogato di più. In termini relativi, l’Italia è il paese che ha fornito all’economia la quota più alta del proprio pil (6%)
Nel periodo compreso tra metà marzo 2020 e fine 2021, degli oltre 3.100 miliardi di euro di aiuti di Stato approvati in quel periodo dalla Ue, 940 miliardi di euro (circa il 30%) sono stati effettivamente concessi alle imprese, circa due terzi di cui sotto forma di credito statale, garanzie o prestiti agevolati.
È quanto emerge dall’analisi pubblicata oggi dalla Commissione europea che si riferisce all’uso della flessibilità riconosciuta per fronteggiare la pandemia. L’aiuto complessivo in questo periodo rappresenta il 3,39% del pil cumulativo della Ue su base annua.
In termini assoluti, secondo i dati preliminari trasmessi dagli Stati membri, Germania e Francia sono gli Stati membri che hanno erogato di più rispettivamente con 226 miliardi di euro e 223 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 24% del totale degli aiuti erogati ciascuno, seguiti dall’Italia con il 22% del totale degli aiuti erogati (205 miliardi di euro) e dalla Spagna al 12% (123 miliardi di euro).
In termini relativi, l’Italia è il paese che ha fornito all’economia la quota più alta del proprio pil (6%), seguita da Spagna (5,3%), Ungheria (5%), Francia (4,7%) e Grecia (4 %).
Il quadro temporaneo per gli aiuti pubblici “Covid” non è stato prorogato oltre la data di scadenza fissata al 30 giugno 2022, salvo alcune eccezioni.
La nota sugli aiuti di Stato pubblicata da Bruxelles mostra che, dall’inizio della pandemia, ha consentito agli Stati membri di utilizzare la piena flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere le imprese bisognose in modo «tempestivo, mirato e proporzionato, preservando nel contempo la condizioni di parità nel mercato unico e il mantenimento di condizioni orizzontali applicabili a tutti».
Nel 2020 e nel 2021 la Commissione ha adottato circa 1185 decisioni approvando più di 865 misure nazionali notificate dagli Stati membri per un bilancio complessivo di oltre 3.100 miliardi di euro.
I dati mostrano che la spesa degli Stati membri nel 2020 per obiettivi non di crisi è rimasta entro gli intervalli esistenti prima della pandemia e quindi che l’aiuto Covid “è stato convogliato con successo, preservando al contempo la capacità degli Stati membri di finanziare progetti a vantaggio della competitività dell’Europa e sostenere importanti obiettivi della Ue, come la protezione dell’ambiente e il risparmio energetico».
Circa il 64% del valore nominale totale degli aiuti concessi (598 miliardi di euro) a fine 2021 ha assunto la forma di credito statale, sotto forma di garanzie o di prestiti agevolati. Gli aiuti sotto forma di ammontano a 409 miliardi di euro (43% del totale), le garanzie a 129 miliardi di euro (14%) e gli aiuti in termini di tassi di interesse agevolati sui prestiti ammontano a 61 miliardi di euro (6%).
Per quanto riguarda le garanzie, Italia (78% del totale nazionale), Romania (78%), Portogallo (69%) e Francia (72%) hanno concesso più della metà della spesa interna totale. Altri grandi utilizzatori di garanzie sui prestiti nell’ambito del quadro temporaneo sono l’Ungheria (47%), la Croazia (45%) e la Spagna (41%). Belgio e Olanda hanno fornito un ingente volume di aiuti interni sotto forma di prestiti garantiti dallo Stato approvati direttamente (rispettivamente 51% e 45% del totale nazionale), seguiti da Danimarca (41%) e Spagna (38%).
Anche la Germania ha fornito un ampio volume di garanzie ai sensi del Trattato (59 miliardi di euro), corrispondenti al 26% del totale degli aiuti relativi al Covid.
Per quanto riguarda i prestiti concessi a condizioni favorevoli, la Germania ha fornito circa un quarto della sua spesa totale per le misure anti pandemia corrispondente a un volume complessivo di prestiti pari a 54,71 miliardi di euro.
Gli Stati che hanno privilegiato sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o altre forme come anticipi rimborsabili, garanzie, finanziamenti e capitale proprio sono Polonia (86% del totale nazionale), Grecia (84%), Slovenia (68%), Austria (67%), Irlanda (61%), Lussemburgo (58%), Finlandia (53%) e Cechia (52%), dove 1 rappresentano più della metà dell’aiuto totale fornito. In termini assoluti, gli importi maggiori di aiuti di importo limitato sono stati forniti in Germania (77,56 mld), seguita da Francia (49,56 mld), Italia (41,68 mld) e Spagna (23,93 mld).
La Commissione rileva che la maggior parte degli Stati membri ha concesso un importo complessivo di aiuti corrispondente a oltre il 50% della perdita reale del pil di cui 7 hanno speso più del 100%, tra cui Polonia, Slovenia, Ungheria, Cipro ed Estonia. Irlanda e Lituania sono casi eccezionali in quanto hanno registrato una crescita del pil durante il periodo di interesse.
Gli Stati membri che sembrano aver speso meno rispetto all’entità dello choc economico subito sono Svezia, Belgio, Croazia e Portogallo (meno del 25% della perdita del pil). Otto Stati membri, tra cui Spagna, Francia e Italia, solo per citarne alcuni, hanno erogato tra il 25% e il 50% della perdita del pil. S
econdo Bruxelles, “non vi sono prove che gli Stati membri avrebbero concesso un importo eccessivamente maggiore rispetto agli altri, sollevando così preoccupazioni sulla parità di condizioni nel mercato unico». In sostanza “la risposta messa in atto dagli Stati membri è correlata alla perdita subita, rassicurando sulle potenziali preoccupazioni sulla parità di condizioni tra gli Stati membri» nel mercato unico.