
In arrivo i rimborsi per vacanze mancate, ma non tutti collaborano
I tanto agognati rimborsi stanno per arrivare: i viaggiatori che dall’11 marzo al 30 settembre 2020 hanno visto sfumare le vacanze per la pandemia, per il lockdown, oppure per contatto con un positivo o perché ancora si sono contagiati, riceveranno a breve i soldi rimasti vincolati finora ai voucher. Stanno infatti per scadere i voucher erogati per le trasferte mancate, che il decreto Cura Italia aveva fissato per una durata di 12 mesi, poi estesa per tre volte nonostante il malcontento dei consumatori dai decreti Milleproroghe: prima a 18, poi a 24 e infine a 30. Va specificato che con voucher si intendono quelli delle strutture alberghiere di cui appunto si sta avvicinando il termine di utilizzo oltre il quale scatta il rimborso in denaro a condizione, ovviamente, di non averli utilizzati nel frattempo. Per quelli relativi ai trasporti invece, doveva essere richiesto espressamente dal consumatore entro 12 mesi dall’emissione del voucher.
Tutto risolto? Non proprio: ora bisogna far rispettare il diritto del cliente. Confconsumatori ha già preparato un modello da compilare e inviare alle strutture ricettive, per ottenere il denaro che dovrebbe tornare al consumatore entro 14 giorni a partire dalla scadenza dei 30 mesi. Federconsumatori ha già redarguito proprietari e direttori delle strutture alberghiere perché l’iter avvenga con la maggiore trasparenza possibile: “Ci auguriamo che gli operatori turistici che fino a oggi hanno beneficiato delle varie proroghe non frappongano ostacoli, né assumano atteggiamenti dilatori”. Un rimando a tutta una serie di denunce e irregolarità riscontrate da alcuni consumatori quando hanno contattato gli alberghi per chiedere maggiori informazioni: applicazione di strane penali o l’obbligo di effettuare la vacanza nello stesso luogo (non previsto da alcun testo di legge) o ancora, la pretesa di integrare le somme versate con ulteriori somme.
Resta poi il nodo da sciogliere di chi, ad esempio, aveva prenotato in una struttura turistica che purtroppo a causa del Covid è fallita e ha dovuto chiudere i battenti. Questi consumatori tristemente non vedranno con ogni probabilità nemmeno un centesimo di quanto speso. Come denuncia Maria Pisanò, direttrice del Centro europeo consumatori Italia, un fondo del Ministero del turismo per questi avventori era stato istituito sì, ma nel 2020, e ha funzionato solo per il 2021 ovvero quando era tutto sommato inutile perché spiega Pisanò : «nel momento in cui si poteva accedere al fondo, i voucher non erano ancora riscattabili. Invece è proprio ora che i consumatori chiedono il rimborso che agenzie e hotel potrebbero trovarsi in difficoltà e che il fondo governativo potrebbe venire in aiuto dei consumatori».