
Tokyo annuncia nuovi fondi per venire incontro a famiglie e imprese
Anche il Sol Levante deve fare i conti con il caro bollette, e per questo il premier Fumio Kishida ha lanciato una nuova guerra contro i rincari al fianco delle famiglie e imprese giapponesi. Due i fronti: tassi ultra-bassi e spesa pubblica per schermare imprese e famiglie. Si tratta di una manovra adattata, va specificato, per un Paese che risente meno della fiammata inflazionistica: anche se nella capitale l’aumento dei prezzi ha toccato i massimi da oltre 30 anni, l’inflazione nipponica resta attorno al 3% e la Boj prevede che scenderà sotto il 2% nel prossimo anno, per cui il focus resta sulla crescita che rallenta.
La manovra annunciata ieri da Tokyo mette sul piatto un maxi-pacchetto di sostegno da 200 miliardi di dollari, che fa parte di una manovra di spesa da 260 miliardi. Poche ore prima, la Banca del Giappone (Boj) ha confermato a livelli prossimi allo zero i tassi confermando la tendenza a una politica espansiva, rafforzata dalla manovra di bilancio. Nelle intenzioni del Governo giapponese, il pacchetto, dovrebbe dare un contributo aggiuntivo di circa il 4,6% al Pil. Spingendo verso il basso i prezzi dell’energia, la spesa pubblica extra del Giappone dovrebbe essere meno inflazionistica rispetto a quanto avrebbe previsto, ad esempio, la mossa britannica voluta dalla ex premier Liz Truss.
Nel maxi-pacchetto ci sono misure per tagliare del 20% la bolletta elettrica delle famiglie e sussidi sul costo della benzina. A partire da gennaio, la famiglia media dovrebbe vedere i costi legati all’energia diminuire di circa 35 dollari, con i prezzi al consumo in calo di almeno l’1,2% nel prossimo anno. Inoltre è previsto anche un bonus (da circa 675 dollari) per le famiglie con figli a carico e saranno potenziati gli incentivi alle aziende che aumentano gli stipendi, uno dei cavalli di battaglia di Kishida. Ma ci sono alcune ombre su questo piano; la manovra di Kishida comporta infatti numerosi rischi, in quanto causa un insieme di fattori che erode la fiducia nello yen, con il rischio di accelerarne il deprezzamento. Schiacciato come le altre monete dalla forza del dollaro e dal differenziale dei tassi di interesse, lo yen viaggia ai minimi da oltre 30 anni sulla banconota americana, rispetto al quale ha perso più di un quinto del suo valore nel 2022. Inoltre non è così scontato che l’export del Giappone avrà grandi benefici, mentre secondo molti analisti quello che è certo è l’aumento del costo dell’import di energia, al punto che il Governo è dovuto intervenire sui mercati per provare ad arginare la caduta della moneta.
«Ci assicureremo che il Giappone non subisca il tipo di inflazione vista negli Stati Uniti e in Europa. Abbiamo deciso di puntare direttamente sui prezzi dell’energia, che sono i principali fattori alla base del suo recente aumento», ha detto ieri Kishida, che cerca anche un modo per risollevare i consensi suoi e del proprio partito. La manovra infatti arriva in un periodo caldo, e non solo per il clima e le bollette: sia il partito di Kishida che la Boj sono stati al centro di numerose polemiche.