Uno studio presentato a Sharm El Sheik dimostra l’aumento delle temperature. E Coldiretti lancia l’allarme
Le emissioni CO2 sono in aumento a livello globale. E ormai mancano pochi anni, continuando cosi, al superamento della soglia critica di un aumento medio delle temperature di 1,5 gradi che l’accordo di Parigi sul clima punta a evitare.
Questo quanto emerge da uno studio messo a punto dagli scienziati del “Global carbon project”, pubblicato in occasione dei negoziati internazionali alla Cop27, il vertice sui cambiamenti climatici in corso a Sharm El Sheik in Egitto.
Secondo gli esperti l’umanità si sta preparando ad entrare in un mondo mai sperimentato prima, di qui a pochi anni entro il 2032. Tra gli elementi da mettere in evidenza, il fatto che la Cina diminuisca le sue emissioni e gli Stati Uniti le aumentino.
I cambiamenti climatici denunciati al vertice Cop27 tagliano anche i raccolti nazionali e mettono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 30% per l’extravergine di oliva all’10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore.
Emerge dall’analisi della Coldiretti nel giorno di San Martino, l’11 novembre, che chiude tradizionalmente il bilancio di un anno di lavoro nelle campagne con la Giornata del Ringraziamento, tradizionale ricorrenza che dal 1951 viene promossa dalla Coldiretti in tutta Italia in questo periodo.
Il 2022 – evidenzia l’organizzazione agricola – è stato segnato da una devastante siccità con i primi dieci mesi che hanno fatto registrare una temperatura addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3, secondo Isac Cnr.
Il clima pazzo, con il moltiplicarsi degli eventi estremi, ha provocato – secondo Coldiretti – danni in agricoltura che nel 2022 superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale.
Sul fronte dei raccolti la Coldiretti stima per quest’anno una produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato di 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, in calo dell’11% rispetto al 2021.
Ma è autunno nero – rileva – anche per l’olio d’oliva con un crollo della produzione nazionale di olive per l’olio scesa a 230 milioni di chili con un calo del 30%, “a causa di una siccità devastante“.
La produzione di grano duro in Italia, stimata in 3,8 milioni di tonnellate, è in calo del 5% nonostante – conclude l’organizzazione – l’aumento delle superfici coltivate che sono passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021.