
L’Ebit è pari a 71,8 milioni, in crescita del 4,9% rispetto a un anno fa e include ammortamenti e svalutazioni per 23,7 milioni
Fila ha chiuso i primi 9 mesi del 2022 con un utile netto di 43 milioni di euro, in crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Al netto del risultato di competenza di terzi (minorities) pari a 3,6 mln, l’utile è stato di 39,4 mln, sostanzialmente in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono pari a 595 milioni di euro, in rialzo del 19,8%.
Al netto dell’effetto positivo sui cambi per 37,7 mln, la crescita organica risulta pari a 60,8 mln di euro (+12,3%). L’Ebitda normalizzato ammonta a 95,5 milioni (+5%). A cambi costanti la crescita organica si attesta a +0,7% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
La normalizzazione si riferisce a oneri operativi non ricorrenti pari a circa 4 milioni riconducibili a oneri di consulenza del Gruppo per 3 milioni (principalmente afferenti all’operazione di refinancing), oneri sostenuti per fronteggiare la pandemia causata dal Covid-19 per 1 milione, oneri di riorganizzazione per 600mila euro, oneri di ristrutturazione per 400mila euro, al netto della quota rilasciata a chiusura del piano di incentivazione “Performance Shares 2019-2021” per 1 milione.
L’Ebit è pari a 71,8 milioni, in crescita del 4,9% rispetto a un anno fa e include ammortamenti e svalutazioni per 23,7 milioni. La voce Indebitamento Finanziario Netto, al 30 settembre 2022 risulta negativa per 510,9 milioni di euro, in peggioramento rispetto al 31 dicembre 2021 (negativa per 437,3 mln).
Il Free Cash Flow to Equity è pari a -24,1 milioni per effetto del temporaneo incremento dei magazzini, amplificato dagli effetti inflattivi e da uno scenario estremamente complesso, attualmente in fase di recessione e ancora caratterizzato dal perdurare delle difficoltà della supply chain mondiale, amplificatasi post pandemia dalla crisi russo-ucraina (+23 mln un anno fa).
«Chiudiamo un’ottima novestrale, tenuto conto delle grandi difficoltà macroeconomiche. Il business della Scuola, come nelle previsioni, ha sostanzialmente tenuto sia nella top line che nella marginalità, mentre si è finalmente esaurito nel business Fine Art il fenomeno di destoccaggio dovuto alla bolla del periodo di Covid e ci aspettiamo un ritorno a una crescita organica in tutti i mercati di riferimento», dichiara Massimo Candela, amministratore delegato di Fila.
«Il management ritiene che, sebbene oggi l’inflazione abbia cominciato a flettere, questo sia comunque un fenomeno strutturale che caratterizzerà i prossimi anni e perciò il Gruppo ha cominciato a focalizzare l’attenzione più sulla riduzione del working capital e sull’efficientamento che sulla crescita del business tout court. L’andamento dell’ultimo trimestre dell’anno non presenta elementi di rilievo rispetto alle attese», aggiunge.