
Il 30 novembre scadenza termine per la proposta, l’esecutivo vuole i documenti
Il progetto della rete unica rischia di azzopparsi ancora prima dello start, almeno per come era progettato nel memorandum d’intesa tra CdP e Tim. La data ferale sarà il 30 novembre: per allora Cdp dovrà presentare al gruppo telefonico una proposta per comprare la rete infrastrutturale e integrarla con Oper Fiber; ma la strada è tutt’altro che in discesa. E potrebbe esserci anche una convocazione a Palazzo Chigi per i vertici di Tim e Cassa depositi e Prestiti, mentre l’esecutivo ha avviato una ricognizione chiedendo alle parti in gioco piani e documenti per fare un punto e sciogliere il riserbo: questa acquisizione ci sarà o “questa proposta non s’ha da fare”?
Tanti i fattori che hanno innescato la crisi delle trattative. Il primo un cambio d’esecutivo, con l’avvento di un governo pronto a mettere la quinta e accelerare sulla creazione di una rete unica nazionale. Ma sicuramente fa molto anche la differenza tra la disponibilità finanziaria di Cassa e le proposte di Vivendi. Insomma non ci sono i capitali necessari per venire incontro alle richieste di Tim. I casi quindi sono due: osi cambia piano, magari riprendendo il disegno di Fratelli d’Italia, o si chiede a Tim di fare uno sforzo e venire incontro all’esecutivo. Considerando che, sempre parlando di conti, Tim “vanta” un indebitamento di oltre 30 miliardi. Per ora la situazione resta aperta, ma manca poco al 30 novembre, e il rischio è che manchi il tempo per pensare alle alternative.