
La flessione delle quotazioni del petrolio ha indebolito le esportazioni di merci negli Usa che frenano a +1,7% dopo +10,1%. Nella Ue, l’export di merci è diminuito dell’1,5 (era +0,3%)
Commercio internazionale in calo nel G20 nel terzo trimestre, per la prima volta da due anni a questa parte. In base ai dati resi noti dall’Ocse, nei tre mesi a settembre il valore dell’export di merci, misurato in dollari, è diminuito dell’1,3%, dopo +2,7% nel secondo trimestre e quello dell’import è calato dell’1,1% (dopo +2,8%), a causa del rallentamento della domanda globale e della discesa dei prezzi (dai record) della maggior parte delle materie prime.
La flessione delle quotazioni del petrolio ha indebolito le esportazioni di merci negli Usa che, pur restando in territorio positivo, frenano a +1,7% dopo +10,1%. Nella Ue, l’export di merci è diminuito dell’1,5% (da +0,3%) e l’import è calato dello 0,7% (dopo +3,4%). La Germania ha segnato -2,3% e -2,2% rispettivamente, la Francia +1% e +2,2% e l’Italia -3,6% e +3%. La Gran Bretagna ha visto le esportazioni crescere dello 0,8%, mentre le importazioni si sono contratte del 9,9%.
Lo scambio di merci è rimasto debole in Asia Orientale, nonostante le maggiori vendite di elettronica e macchinari. L’export è calato dello 0,3% in Giappone e dell’1% in Corea, mentre è aumentato dello 0,7% in Cina. «Troppo presto per trarre conclusioni concrete, tuttavia questa evoluzione dell’interscambio di merci nel G20 richiede ulteriore monitoraggio nel momento in cui l’economia globale deve fare fronte a molti venti avversi», ha commentato il responsabile della Statistica dell’Ocse, Paul Schreyer.
Intanto, anche il commercio di servizi nel G20 ha accusato un ulteriore rallentamento nel terzo trimestre. Come rende noto l’Ocse, la crescita delle esportazioni si è appiattita a +0,3% sulla base dei dati disponibili da +1,3% nel secondo trimestre e le importazioni sono cresciute dell’1,7% da +2,3%.
In Europa, spicca la flessione dell’1,6% delle esportazioni della Francia, in quanto è il primo calo dal secondo trimestre del 2020, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,5% grazie alle maggiori spese per viaggi. In diminuzione anche l’export di servizi della Germania (-1,4%) di riflesso ai settori dei servizi di proprietà intellettuale, tlc e per le aziende, mentre le importazioni sono aumentate del 2%. Non sono disponibili i dati per l’Italia. I
l Regno Uniti ha accusato una flessione del 3,3% sia per l’export che per l’import di servizi. Il Giappone ha visto la crescita dell’export di servizi quasi annullarsi (+0,1% dopo +2,6%), mentre l’import è balzato del 13,7%, dopo -9,2%, grazie al settore viaggi.
Gli Usa hanno registrato +2,6% (dopo +3,9%) e +1,5% (dopo +6,5%) rispettivamente. In Cina, l’export di servizi ha registrato un rimbalzo del 4,5% (dopo -5,4%), grazie alle maggiori vendite di servizi informatici, di proprietà intellettuale e aziendali, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,4%.
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