
Il Paese è uno dei più importanti fornitori di gas naturale liquefatto, ma Doha avverte: la produzione di gas non potrà aumentare in modo esponenziale
Il Qatar, sotto i riflettori per i Mondiali di Calcio (e per le accuse di violazione dei diritti umani) è uno dei più importanti fornitori di gas naturale liquefatto (gnl) per l’Italia, ma anche per gran parte dell’Europa e del mondo.
E il suo ruolo sembra destinato a diventare sempre più preponderante. L’ Aie (Agenzia Internazionale dell’Energia) ha dichiarato che, anche se le scorte di gas per i Paesi europei sono sufficienti per questo inverno, non è chiaro cosa accadrà dopo l’estate 2023, quando bisognerà riempire nuovamente gli stoccaggi.
Sono molte le incognite all’orizzonte: la Russia potrebbe interrompere del tutto le forniture verso l’Europa, la Cina, che ha già ridotto le importazioni di gnl sul mercato globale, permettendo all’Ue di potersi accaparrare quote di mercato aggiuntive e far fronte ai problemi di approvvigionamento. Nel 2023, però, Pechino potrebbe tornare ad essere uno dei più grandi acquirenti di gnl.
L’ Europa ha già avviato colloqui con Doha per assicurarsi le forniture, ma il Qatar avverte: la produzione di gas non potrà aumentare in maniera esponenziale.
E l’Italia? Il nostro Paese importa dal Qatar 2,9 miliardi, soprattutto di gas e petrolio e nel 2021 si è piazzato terzo per volume di armi vendute Doha, secondo il Sipri. Eni ha firmato un accordo con la QatarEnergy per l’espansione del giacimento North Field East, che potrebbe aumentare i volumi di gnl esportati fino a 126 milioni di tonnellate. I lavori non termineranno prima del 2027.