
Dubai Bling: un reality show, dieci concorrenti scelti tra i più ricchi della capitale mondiale del lusso e dell’eccesso, e le loro vite raccontate in tv
Si chiama Dubai Bling, è uscito su Netflix il 27 ottobre ed è stato subito successo. Un reality show, dieci concorrenti scelti tra i più ricchi della capitale mondiale del lusso e dell’eccesso, e le loro vite raccontate in tv. Un format che ha fatto subito registrare un record di ascolti a livello mondiale perché Dubai Bling soddisfa un desiderio molto sottile dello spettatore medio (quindi non così ricco): sentirsi superiore ai protagonisti del reality, ricchi di denaro ma non di valori.
Almeno questo è ciò che fanno apparire. La presentazione ufficiale del reality show recita: “Scendi dal jet privato ed entra in un circolo sociale esclusivo a Dubai, dove feste sontuose, skyline mozzafiato e moda sbalorditiva sono la norma”. Sullo sfondo auto di lusso, resort esotici e accessi esclusivi agli eventi e agli hotspot più famosi.
“Dubai è molto più di feste, yacht privati e lustrini – spiega Daniele Pescara, ceo di Falcon Advice – Certo, la sua immagine è stata costruita su quest’idea di esclusività ed unicità. Chi viene a Dubai cerca un’esperienza, uno stile di vita rivoluzionario rispetto a quello a cui è abituato. Ma questo non è che uno strumento a sostegno delle reali virtù della città: la fiorente scena artistica, l’assenza di discriminazione politica e religiosa, nonché la stimabile etica del lavoro”.
L’imprenditore veneto accompagna da oltre un decennio gli imprenditori italiani nel loro percorso a Dubai, meta, oggigiorno, dei business più forti, influenti e di successo al mondo.
Il primo episodio della serie, intitolato “Habibi, Welcome to Dubai”, introduce e presenta le vite grottescamente sfarzose ma, al contempo, estremamente vuote dei protagonisti. La bionda insulsa, il chiacchierone indiano, la cercatrice d’oro, il saudita follemente ricco, la casalinga araba gelosa: una quotidianità fatta di feste, shopping, sciocche faide, litigi e pianti disperati per armadi troppo piccoli e borse troppo poco costose. “Per fortuna Dubai offre molto altro. E i nostri investitori lo sanno”, conclude Pescara.