
Pubblicati i verbali del direttivo della banca centrale del Sol levante
La Banca del Giappone “dovrebbe continuare con il Qqe, l’allentamento monetario quantitativo e qualitativo, e il Controllo della curva dei rendimenti, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi, finché è necessario mantenere tale obiettivo in modo stabile”. Lo rilevano i verbali del direttivo tenuto a dicembre.
“L’economia giapponese – si afferma – è attualmente in una fase critica per raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2% in modo sostenibile e stabile, ed è necessario proseguire con l’allentamento monetario. Si iniziano a intravedere i segnali di un circolo virtuoso, come evidenziato dagli elevati livelli complessivi di profitti aziendali e dalle misure per aumentare i salari in condizioni di mercato del lavoro rigido”.
“Tuttavia, l’obiettivo di stabilità dei prezzi non si considera raggiunto, e quindi è opportuno che la Banca mantenga l’allentamento monetario rispetto alla conduzione delle operazioni monetarie politica per il momento”.
I verbali confermano quindi quanto affermato ieri dal governatore Haruhiko Kuroda, secondo cui la decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di ampliare la fascia di tolleranza attorno al suo obiettivo di rendimento non è stata assolutamente un primo passo verso un’uscita dalla politica monetaria ultra-espansiva, ma una mossa per continuare l’attuazione di un allentamento monetario sostenibile.
“Mentre è necessario stabilizzare i rendimenti a lungo termine a livelli bassi affinché l’economia giapponese possa avere una crescita sostenibile, un possibile impatto negativo sul funzionamento del mercato desta preoccupazione. È pertanto opportuno – si afferma – che la Banca continui con il controllo della curva dei rendimenti ampliando al contempo la gamma di fluttuazioni del rendimento dei titoli di Stato giapponesi (JGB) a 10 anni rispetto al livello obiettivo”.
“L’espansione della gamma di fluttuazioni del rendimento del JGB a 10 anni dal livello obiettivo non è destinato a cambiare la direzione dell’allentamento monetario. Si tratta di una misura politica per rendere l’attuale allentamento monetario – condotto con l’obiettivo di raggiungere la stabilità dei prezzi obiettivo del 2 percento – più sostenibile in mezzo all’inflazione globale attraverso il miglioramento del funzionamento dei mercati obbligazionari”.