
Uno studio si interroga sull’efficacia nella lotta alla disparità di genere della legge Golfo-Mosca del 2011
Quanto è efficace l’introduzione delle quote rosa nei cda? Uno studio pubblicato sul sito di Bankitalia ha provato a rispondere, osservando gli effetti della legge Golfo-Mosca introdotta nel 2011 e relativa ai cda delle banche quotate. La conclusione tratta dal report a firma Silvia Del Prete, Giulio Papini e Marco Tonello è che solo in parte questa legge è stata capace di colmare il gap.
I dati, riferiti ad un periodo che va dal 2007 al 2019, “mostrano che la legge sulle quote ha aumentato la percentuale di donne al potere nelle banche quotate italiane, sia in qualità di amministratori che di sindaci“; dall’altro lato, però, la norma genera “indiretti effetti di diversificazione, al netto dell’effetto meccanico della componente di genere, solo nel Cda“.
Le banche, in sintesi, hanno effettivamente modificato la composizione del proprio consiglio d’amministrazione o fatto delisting; il punto è che la legge sulle quote è stata applicata solo dalle banche direttamente interessate dalla misura, mentre tutte le altre banche dei medesimi gruppi quotati hanno mantenuto invariato il bilanciamento di genere interno.
Lo studio solleva dunque “alcune implicazioni politiche per quanto riguarda gli effetti della legge, sia per azionisti sia per i regolatori“, chiedendosi se le banche “si atterranno a una composizione equilibrata per genere dei propri consigli una volta cessata l’efficacia del requisito“.
La ricerca evidenza anche come l’introduzione della lege sia stata “sostanzialmente neutrale in termini di performance delle banche quotate, in modo da non comportare un trade-off tra equità ed efficienza, almeno nel settore bancario“.