
Prosegue l’andamento negativo anche se si allentano i segnali di crisi
Dopo Cina e Usa, è il momento di bilanci anche per l’Ue: gli indici S&P Global PMI proiettano un quadro europeo ancora legato alla contrazione, nonostante segnali di un rallentamento della crisi.
Nello specifico, a dicembre 2022 l’indice pmi dei servizi eurozona cresce a 49,8 punti rispetto ai 48,5 di novembre, sfiorando la soglia dei 50 e superando anche il consensus atteso. Rimane nella fascia della contrazione anche l’indice composito che comprende anche il dato del manifatturiero, comunque in rialzo a 49,3 rispetto ai 47,8 di novembre, segno che il declino del settore sta rallentando. A favorire questo rallentamento è stato anche l’indebolimento dell’inflazione nell’Eurozona (basti guardare ai dati di Francia e Germania) che ha permesso anche un rialzo della fiducia.
«L’economia dell’eurozona ha continuato a deteriorarsi a dicembre, ma la spinta di contrazione si è moderata per il secondo mese consecutivo, quasi ad indicare un declino dell’economia più lieve di quanto inizialmente previsto – commenta infatti Joe Hayes della S&P Global Market Intelligence. – All’interno dell’eurozona, anche le varie nazioni hanno registrato declini minori, soprattutto la Germania, il cui andamento economico di questa seconda metà dell’anno ha costituito il freno principale dell’intera eurozona».
Quanto al caso italiano, il pmi dei servizi nostrani aumenta secondo le attese a 49,9 punti dai 49,5 precedenti; migliora anche l’indice composito (49,6 da 48,9). In crescita anche Francia a quota 49,5 per il pmi servizi e 48,7 per il composito, Germania (PMI servizi a 49,2 e composito a 49) e Spagna che si attesta sopra la soglia del 50, precisamente con pmi servizi a 51,6 da 51,2, meglio anche delle attese (50,8).