
I ministri delle Finanze dei Ventisette ne discuteranno oggi a Bruxelles, durante il pranzo di lavoro dell’Ecofin, insieme a Gentiloni e Dombrovskis
“Inflation Reduction Act”: il provvedimento Biden che comporta massicci sussidi all’industria nazionale per la transizione verde. E una vera spina nel fianco per l’Unione europea, che ha addirittura definito l’Ira “discriminatorio”.
I ministri delle Finanze dei Ventisette ne discuteranno oggi a Bruxelles, durante il pranzo di lavoro dell‘Ecofin, insieme al commissari europeo all’Economia Paolo Gentiloni e al vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis. Sul tavolo anche eventuali provvedimenti su come rafforzare e sostenere la competitività dell’industria europea.
E nel pomeriggio, alle 16, Dombrovskis incontrerà la rappresentante per il Commercio dell’Amministrazione americana, Katherine Tai, che è a Bruxelles, per fare il punto sui negoziati con Washington, in particolare riguardo al lavoro della “task force” Ue-Usa sull’Ira e alle richieste europee di mantenere parità di condizioni sul mercato statunitense, per esempio concedendo all’industria europea lo stesso trattamento favorevole riservato a Messico e Canada per i veicoli elettrici.
Come riferisce Askanews, a una giornalista che chiedeva che cosa si aspetti dal colloquio, e quale sia l’atmosfera nei negoziati, Dombrovskis ha riposto: “Riguardo all’Ira ci sono ovviamente degli aspetti problematici, che abbiamo sottolineato sistematicamente con le nostre controparti americane, e stiamo lavorando con la task force Ue-Usa per affrontare queste preoccupazioni a diversi livelli”.
In più, “sul fronte americano ci sono alcuni ritardi per quanto riguarda le linee guida di attuazione” dell’Ira. “Questo ci permette di avere un po’ più di tempo per la discussione su alcuni elementi, ma allo stesso tempo – ha avvertito Dombrovskis – dobbiamo essere realistici: il lavoro di questa Task Force non risolverà tutti i problemi dell’Ira, e quindi abbiamo ancora bisogno di vedere quale dovrà essere la risposta dell’Ue”.
La stessa domanda sui rapporti con gli Usa è stata rivolta anche a Gentiloni. “Penso – ha risposto il commissario – che abbiamo un ottimo partenariato tra Ue e Usa, forse uno dei più forti partenariati degli ultimi decenni. Allo stesso tempo dobbiamo essere coscienti del fatto che questa crisi ha conseguenze particolari per la economia europea: dobbiamo sostenere la nostra competitività, e non cominciare una guerra dei sussidi con gli Usa”.
Un altro giornalista ha chiesto quale sia la riposta alla preoccupazione da parte dei paesi Ue più indebitati e con meno margine di bilancio, per l’uso massiccio che si sta verificando da parte di Germania e Francia degli aiuti di Stato per sostenere le proprie economie, come è consentito fare nell’attuale quadro di crisi a seguito della guerra russa in Ucraina.
“Quando discutiamo, uno degli aspetti che stiamo valutando – ha replicato Dombrovskis – è quello delle regole sugli aiuti di Stato. La vicepresidente esecutiva della Commissione responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha scritto agli Stati membri per cominciare un’ampia e inclusiva consultazione su come gli aiuti di Stato possono essere adeguati meglio alla situazione attuale, ma senza compromettere il mercato unico, perché in effetti questa questione di preservare la parità di condizioni tra gli Stati membri è molto importante”.
Gentiloni, da parte sua, ha osservato che “dobbiamo rafforzare la nostra competitività, e per farlo dobbiamo da una parte semplificare le nostre regole per gli aiuti di Stato, specialmente per settori cruciali come il ‘clean tech’ e l’innovazione, e dall’altra, in parallelo, finanziare progetti comuni. È essenziale – ha sottolineato -, se vogliamo rafforzare la nostra competitività senza compromettere il mercato interno e la parità di condizioni” fra gli Stati membri. Non si tratta di fare una guerra dei sussidi con altri paesi o con gli Stati Uniti, ma di rafforzare la competitività europea”.
Oltre a semplificare gli aiuti di stato, ha insistito il commissario, “abbiamo bisogno anche di un finanziamento comune, perché la scala del rafforzamento della nostra competitività in molte aree deve essere europea. Non possiamo reagire solo a livello nazionale: la risposta nazionale è importante, ma quella europea ci dà un’altro valore che non dovrebbe mai essere dimenticato”, ha concluso Gentiloni.