
La nuova frontiera degli inserzionisti ricostruisce il percorso sul web dell’utente attraverso il solo indirizzo email
L’attenzione per la propria sicurezza informatica non è mai abbastanza e spesso, come fa notare un recente articolo del New York Times, basta anche il semplice inserimento della propria email per incappare in potenziali pericoli. Quando infatti “si inserisce la propria email” in un qualsiasi sito, “si condivide molto di più di un semplice indirizzo“.
L’indirizzo email infatti non è importante solo come contatto virtuale per inserzionisti e sponsor, ma viene doppiamente sfruttato dalle aziende per mappare l’attività dell’utente in rete. Risalendo ai siti visitati da un medesimo indirizzo email è infatti più facile inserire annunci pubblicitari e consigli pertinenti anche in indirizzi web e app simili.
Non si tratta che dell’ultima evoluzione dell’industria della pubblicità digitale che “per decenni si è affidata a tracciatori invisibili installati all’interno di siti web e app per seguire le nostre attività e quindi fornirci annunci mirati“. Negli ultimi anni, però, alcuni produttori compreso Apple hanno cominciato a schermare il tracciamento di app e siti web. Una mossa che ha costretto il mondo della pubblicità ad adeguarsi e “accontentarsi” di altri dati.
«Una tecnologia che sta guadagnando terreno è un framework pubblicitario chiamato Unified ID 2.0, o Uid 2.0, sviluppato da Trade Desk, una società di tecnologia pubblicitaria di Ventura, in California» come spiega il Times di Uid 2.0 che “trasforma la email in un token composto da una stringa di cifre e caratteri“, di modo che gli inserzionisti poi diventano in grado di collegare due account seguendo il toen e indirizzando annunci mirati sull’app di streaming.
Si tratta, come spiega Ian Colley, chief marketing officer di Trade Desk, di un “modo efficace per monetizzare i propri contenuti più incentrato sulla privacy rispetto ai cookie“.
Per difendersi anche rispetto a questo più “discreta” invasione della privacy il Times consiglia di “creare un indirizzo univoco per accedere come, per esempio, [email protected]“, rendendo più difficile per l’inserzionista la compilazione di un profilo unitario. Anche se non tutti i siti che sfruttano la tecnologia Uid 2.0, ove presente è possibile disattivarla inserendo l’indirizzo email su “https://transparentadvertising.org“.