
Anche se l’inflazione non è così forte come in altri Paesi, l’impennata dei prezzi sta indebolendo il potere d’acquisto delle famiglie giapponesi
I consumi delle famiglie giapponesi sono calati più del previsto nel mese di dicembre, ancora influenzati dall’inflazione record del Paese che sta intaccando il potere d’acquisto.
In particolare, la spesa delle famiglie in termini reali (aggiustati per l’inflazione) è scesa dell’1,3% su base annua, dopo essere già diminuita dell’1,2% a novembre, mentre gli economisti si attendevano un calo molto più contenuto (-0,4%), grazie al sostegno del governo al turismo interno e ai bonus di fine anno per le aziende.
Spinta in particolare dall’energia e dai generi alimentari, l’inflazione ha subito una nuova accelerazione a dicembre in Giappone (4% su base annua, esclusi i prodotti freschi), un nuovo record dal 1981.
Anche se non è così forte come in altri Paesi, questa impennata dei prezzi sta indebolendo il potere d’acquisto delle famiglie giapponesi perchè non è ancora sufficientemente compensata dagli aumenti salariali, il cui incremento e’ stato molto contenuto (+0,1% su base annua).
I consumatori giapponesi soffrono anche per la debolezza dello yen, dovuto al divario tra la politica monetaria ultra-accomodante della Banca del Giappone (BoJ) e la drastica stretta attuata negli Stati Uniti e in Europa.
Nonostante l’inflazione abbia superato l’obiettivo del 2% dallo scorso aprile e le forti pressioni speculative per un rialzo dei tassi, la BoJ ha mantenuto la rotta finora, ritenendo che le condizioni non siano ancora mature per un cambiamento di politica, con la ripresa economica ancora fragile e gli aumenti salariali insufficienti.