
Con questo strumento riconosciuto dall’Inps è possibile valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi, conclusi con la laurea
Il riscatto della laurea è uno strumento che – attraverso un onere di cui si fa carico l’interessato, il cui costo può variare a seconda di una serie di circostanze – consente di aumentare gli anni di contributi così da poter eventualmente anticipare l’accesso alla pensione o comunque incrementarne l’importo.
Si suddivide in due diversi strumenti: il riscatto ordinario e quello agevolato, con quest’ultimo che consente di abbattere il costo dello strumento, con svantaggi però sulla pensione futura.
A seconda dei casi, quindi, riscattare la laurea può essere più o meno conveniente, anche perché sul costo sostenuto è possibile beneficiare di una serie di agevolazioni, come ad esempio la detrazione del 50% o anche la possibilità di rateizzare l’importo dovuto fino a un massimo di 120 rate.
Con questo strumento riconosciuto dall’Inps è possibile valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi, ma solo nel caso in cui alla fine di questo percorso l’interessato al riscatto abbia conseguito il titolo.
La laurea non è l’unico periodo che si può riscattare. Il riscatto degli anni di formazione è infatti possibile anche nei seguenti casi:
- periodi legali per il conseguimento di diplomi universitari (i corsi devono avere una durata non inferiore a 2 anni e non superiore a 3) e dei diplomi di laurea degli ordinamenti anteriore al 1999 (i corsi devono avere durata non inferiore a 4 e non superiori a 6 anni);
- lauree degli ordinamenti universitari post decreto 509/1999 (ossia lauree triennali e specialistiche);
- diplomi di specializzazioni post lauream di durata non inferiore ai 2 anni;
- alcuni dottorati di ricerca;
- diplomi rilasciati da istituti di alta formazione artistica e musicale.
È possibile anche riscattare la laurea conseguita all’estero, se il titolo di studio ha valore legale in Italia. Il riscatto è possibile ai fini Inps anche per i dottorati e i diplomi di specializzazione post lauream effettuati all’estero, che abbiano valore in Italia.
Al contrario non possono essere oggetto di riscatto i periodi d’iscrizione fuori corso e i quelli che siano già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Non possono quindi essere aggiunti al calcolo inoltre gli anni di università in cui si è lavorato con un contratto stabile.
Come spiegato dall’Inps con il messaggio n°4419 del 7 dicembre, è possibile riscattare la laurea sia presso la cassa professionale che presso l’Inps. Tuttavia, può farlo solo il professionista che ha maturato almeno un contributo in una delle gestioni Inps ed esclusivamente quando per tali periodi non risultino già versati contributi.
Il costo derivante dal calcolo del riscatto della laurea non è fisso, ma cambia in base all’ammontare dell’assegno del lavoratore.
Il costo dell’operazione dipende infatti dallo stipendio percepito al momento della domanda. Un’idea del costo necessario a riscattare la laurea ai fini della pensione si può avere grazie a delle simulazioni indicative che evidenziano le differenze tra un impiegato, un quadro e un dirigente.
Nel dettaglio, mentre per i corsi di studi antecedenti al 31 gennaio 1995 si applica il metodo della riserva matematica, per quelli successivi la formula è la seguente:
Ultima retribuzione imponibile * Aliquota Ivs 33%
Il decreto legge n. 4/2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 26/2019, ha previsto un riscatto della laurea agevolato per i periodi universitari successivi al 1° gennaio 1996, ossia quelli che rientrano nel sistema di calcolo contributivo.
La differenza tra riscatto ordinario e agevolato sta tutta nella regola per il calcolo: in quest’ultimo caso, infatti, l’aliquota IVS viene applicata – indipendentemente dal reddito del lavoratore – sul reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps Artigiani e Commercianti. In ogni caso, quindi, l’onere annuo da sostenere per il riscatto della laurea è di 5.360.19 euro (valore aggiornato al 2022).
Tuttavia, dal momento che l’onere versato è più basso, ne risulterà un minore impatto sulla pensione futura. Inoltre, dal momento che sul calcolo sono già state applicate delle condizioni più favorevoli non è neppure possibile beneficiare della detrazione ai fini Irpef del 50% dell’onere sostenuto, come invece è possibile per il riscatto della laurea ordinario.
Per avere maggiori informazioni su come funziona il riscatto della laurea, su quanto costa e su quali possono essere le conseguenze per la pensione futura, l’Inps ha realizzato un apposito servizio disponibile cliccando qui.