
Il commissario europeo all’Economia appoggia invece la decisione di Giorgetti sul Superbonus
“Il governo italiano è consapevole che ci sono le scadenze del Pnrr. La modifica della scadenza del 2026 richiederebbe la ratifica di 26 parlamenti, lo trovo difficile. Abbiamo distribuito 144 miliardi di euro di cui 67 all’Italia. La responsabilità italiana è grande, perché se va male per l’Italia va male per l’Ue”.
Così il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni a Otto e mezzo su La7 risponde alla domanda sulla volontà del Governo italiano di chiedere uno spostamento dei termini per il piano di aiuto europeo.
Gentiloni ha risposto “non ci interessiamo se lo decide questo o quel ministero” alla domanda se la decisione di Roma di accentrare alla presidenza del Consiglio il coordinamento del Pnrr possa incontrare obiezioni a Roma.
E sul tema delle concessioni balneari ha aggiunto “non sono così fondamentali per il Pnrr ma sono impegni che l’Italia ha preso nel corso degli anni. Per noi la cosa più delicata sono i decreti attuativi delle riforme perché l’attuazione è ciò che conta”.
“Per quanto riguarda la transizione ecologica, dobbiamo decidere come Europa e italiani se questa transizione c’è, perché è una sfida globale, con enormi investimenti americani e cinesi – ha detto a proposito della polemica sulla decisione della Ue a proposito del traffico a emissioni zero entro il 2035 -. Io penso che dobbiamo stare in questa partita. Oltretutto, la decisione sulle auto a benzina e diesel è stata condivisa da tutti i governi europei, compreso quello italiano. Dobbiamo accompagnare queste misure con strumenti di sostegno”.
E sul criticato dl Superbonus, che ha stoppato la cessione dei crediti: “Prendiamo atto della decisione del governo italiano sul Superbonus. Tra gli obiettivi della misura ce ne era uno che ci stava molto a cuore, quello di migliorare le classi energetiche delle abitazioni. Ma il modo con lo si voleva perseguire aveva innescato un processo” che impattava “sui nostri conti pubblici. Riconosco quindi le preoccupazioni del ministro Giorgetti sulle conseguenze sui conti pubblici”.