
L’escalation di tensione relativo alla guerra in Ucraina e l’incertezza sul fronte della politica monetaria delle banche centrali hanno affossato i mercati
L’escalation di tensione relativo alla guerra in Ucraina, con il presidente russo Putin che ha sospeso la partecipazione di Mosca al programma sul controllo delle armi nucleari Start, e l’incertezza sul fronte della politica monetaria delle banche centrali, alla vigilia dei verbali del Fomc e dopo l’apertura del finlandese Olli Rehn della Bce a nuovi rialzi in estate, hanno portato a una nuova flessione dei listini azionari europei.
L’andamento negativo di Wall Street, appesantita dalle prospettive caute sui consumi arrivate da Walmart e Home Depot, non ha poi permesso un recupero nel pomeriggio.
Milano è arretrata dello 0,68%, Parigi ha ceduto lo 0,64%, Francoforte lo 0,5% così come Londra. In mattinata sono stati pubblicati gli indici Pmi dell’Eurozona realizzati presso i responsabili acquisti delle grandi aziende che hanno confermato il recupero del settore servizi mentre il manifatturiero è stato frenato dall’aumento dei tassi: comunque, secondo Ig, alla luce dei dati gli operatori finanziari “sono ormai convinti che lo spettro di una recessione sia stato del tutto evitato anche se permangono alcune incertezze legate al comportamento degli istituti monetari che potrebbero causare un rallentamento eccessivo dell’attività economica: il peggio sembra dunque essere passato”.
Sul mercato valutario il cambio tra euro e dollaro si è mantenuto a 1,0671, la moneta unica vale anche 143,81 yen (da 143,29), mentre il rapporto dollaro/yen è a 134,53 (134,09). In calo di oltre un punto percentuale il prezzo del petrolio, con il future aprile sul Wti a 76,4 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent è scambiata a 83 dollari. In discesa del 2% a 48,8 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
A Piazza Affari in evidenza Leonardo (+2,3%) così come tutto il settore della Difesa (bene Thales, Bae Systems, Mtu Aero sugli altri listini) visto il contesto internazionale che può favorire incrementi di spesa nel comparto.
In rialzo anche Moncler e Finecobank. In fondo al paniere Nexi (-1,8%) dopo che la concorrente Worldline ha accusato un calo superiore al 3% alla pubblicazione dei conti 2022. Giù di quasi il 2% Cnh Industrial, debole (-1,7%) Stellantis, quest’ultima diffonderà domani i risultati 2022.
Tra le banche giù Unicredit (-2,1%). Settore del credito dai due volti a livello europeo tra il recupero di Hsbc post risultati e il tonfo di Credit Suisse dovuto alle verifiche della Finma svizzera sulle rassicurazioni dei vertici al mercato a dicembre prima di conti peggiori delle attese.