
Non solo energetici, l’impatto di 12 mesi di guerra si è visto, in Italia, anche su altri fronti
Dopo praticamente 12 mesi di guerra (la Russia invadeva l’Ucraina il 24 febbraio 2022) è possibile fare un primo bilancio delle conseguenze, soprattutto economiche, derivanti dal conflitto? Ci ha provato Bankitalia che nel bollettino del 2023 ha evidenziato alcune problematiche sorte all’indomani dell’invasione.
Sicuramente il primo, evidente problema che è nato è stato quello derivante dall’instabilità dei prezzi. La già ben nota inflazione che minacciava il potere d’acquisto delle famiglie italiane ed europee, ha finito per inasprirsi, complice anche l’instabilità sul prezzo degli energetici, soprattutto del gas. Un quadro che, in Italia, si sta riflettendo in un generale stato di incertezza soprattutto per una possibile sospensione che la stessa Bankitalia definisce “permanente” delle forniture di materie prime energetiche in arrivo da Mosca.
La contrazione, più evidente in questo 2023, potrebbe acuirsi nei prossimi anni, a cominciare dal 2024. Da qui un’inflazione che potrebbe tornare intorno a valori normali (intorno al 2%) solo verso il 2025. Intanto, però, le famiglie italiane sono state costrette a pagare, in media, oltre 1.400 euro in più sulle bollette, sia quella del gas che elettrica.
Ma l’impatto sul fronte degli energetici non è stata l’unica conseguenza sebbene il 70% dell’inflazione in Italia, stando al report, può essere attribuito proprio al rialzo degli energetici.
Con i divieti arrivati in occasione del conflitto e che hanno coinvolto il settore import/export le cifre si sono ridimensionate. L’export è arrivato da 7,7 miliardi del 2021 a 4,8 del 2022.