
Il governatore entrante della Boj Ueda: “il Giappone ha bisogno di più tempo perché l’inflazione testi in modo sostenibile il target del 2%”
L’inflazione in Giappone raggiunge il massimo da più di 40 anni. A gennaio il dato, misurato dall’indice dei prezzi al consumo, è salito su base annua del 4,3%, al di sotto dell’aumento del 4,5% atteso ma in crescita rispetto al rialzo precedente del 4%.
Esclusa la componente dei prezzi dei beni alimentari freschi, il CPI del Giappone è balzato del 4,2% su base annua, come da attese, in rialzo rispetto al +4% di dicembre, e al record dal settembre del 1981, dunque degli ultimi 42 anni.
L’indice CPI core, che esclude i prezzi dei beni alimentari freschi e i prezzi dei beni energetici, è avanzato del 3,2%, in linea con le stime degli analisti e in accelerazione rispetto al +3% precedente.
L’inflazione sta tenendo sotto pressione la BOJ. «Lavorerò con il governo per guidare la politica monetaria in modo appropriato. Il Giappone ha bisogno di più tempo perché l’inflazione testi in modo sostenibile il target del 2%». Così Kazuo Ueda, l’economista nominato dal premier giapponese che ha aggiunto: «di solito la politica monetaria risponde in modo anticipato all’inflazione scatenata dalla domanda ma non in modo immediato all’inflazione scatenata dall’offerta. L’obiettivo è raggiungere la stabilità dei prezzi in modo sostenibile e stabile».
Il governatore entrante Kazuo Ueda deve affrontare una sfida nel sostenere la politica di controllo dei rendimenti della BOJ che è stata attaccata dai mercati scommettendo che una forte inflazione costringerà la banca ad alzare i tassi di interesse.
Dopo l’approvazione da parte del parlamento, Ueda dovrebbe succedere all’attuale Haruhiko Kuroda quando il suo mandato terminerà ad aprile. Alla riunione politica di debutto di Ueda il 28 aprile, la BOJ rilascerà per la prima volta le sue previsioni di inflazione che si estendono all’anno fiscale 2025.
L’economia giapponese ha evitato la recessione nel quarto trimestre dello scorso anno, ma è rimbalzata molto meno del previsto a causa del crollo degli investimenti delle imprese.
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