
lI presidente della Regione Liguria a “Mosche” tra Elly Schelin, Berlusconi e Maurizio Costanzo
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato ospite di Mosche, il talk show politico di Business24.
Toti ha parlato della neo segretaria del Pd Elly Schlein.
«Schlein? A me fa simpatia, ne penso tutto il bene possibile nonostante un sistema di voto un po’ perverso e schizofrenico per il quale il Pd lascia che siano i non iscritti a scegliere il suo segretario – ha dichiarato il presidente della Regione Liguria – Detto ciò, a me i suoi discorsi fanno tornare in mente le assemblee studentesche. Di cose di sinistra ne parlavamo anche Blair e il mio amico Matteo Renzi, qui però mancano i contenuti e le proposte concrete».
«Io non prevedo una fuga dal PD, mi aspetto una fuoriuscita di elettori – ha proseguito – A livello nazionale succederà ciò che abbiamo già visto in Liguria, dove un campo largo dalla linea politica marcatamente di sinistra ha riacceso il sano orgoglio della bandiera rossa del partito che protegge gli ultimi, salvo poi scoprire che la classe media e i ceti produttivi votano altrove. Io vengo dal movimento giovanile socialista craxiano, ma mi spaventa una sinistra dai riflessi antiamericani, anti-israeliani, anti-impresa».
Sul leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Per Berlusconi provo ancora grande affetto, oltre che stima assoluta: lo considero ancora, nel bene e nel male, uno degli statisti più grandi dei nostri tempi. Avrebbe dovuto usare il suo bagaglio di competenze e visibilità per costruire un partito capace di sopravvivere alla sua leadership. Io in questo sono più “marxista”, credo che la politica sia un’opera collettiva dell’ingegno mentre Berlusconi crede nel genio individuale».
E sul Terzo Polo e il mondo di centro? «Un partito di centro con Renzi? Sarebbe bello – ha affermato Toti – Calenda mi sembra più improntato al berlusconiano come affinità elettive, con lui ho parlato a lungo e sento spesso anche Renzi e Brugnaro (Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia NdR). Oggi però ci troviamo davanti a una galassia di partiti ininfluenti nell’equilibrio complessivo, Riuscire a mettere tutti insieme? Ragioniamo sui minimi comuni multipli nei contenuti anziché su singole leadership, io sono pronto. Lo spazio c’è, ma tra il dire e il fare…».
Il fondatore di Italia al Centro ha parlato anche dell’ex premier Mario Draghi. «Con Draghi abbiamo tutti un ottimo rapporto – ha affermato – tale da poter dire che non sarà mai un leader politico. Si è sfilato con grande capacità e abilità dall’inferno delle ultime settimane del suo Governo. Non credo che farà mai politica in senso elettivo e probabilmente fa bene».
«Con il sindaco di Genova Marco Bucci lavoriamo molto bene – ha proseguito Toti – Il successo della nostra amministrazione nasce e cresce soprattutto da un’omogeneità di vedute, nonostante le differenze caratteriali. Sul centro storico stiamo facendo un enorme lavoro di riqualificazione urbana, dal Waterfront ai canali d’acqua, dallo scolmatore alla messa in sicurezza fino alle aiuole».
«La mia giunta è stata accusata delle peggiori nefandezze mentre è quella che in assoluto ha fatto di più per l’ambiente – ha aggiunto il presidente – Abbiamo messo in sicurezza chilometri quadrati di territorio. Non sarò mai favorevole a un ambientalismo velleitario o ideologico. Le esigenze dell’uomo e dell’economia devono compenetrare quelle dell’ambiente, che va preservato il più possibile ma anche gestito in funzione umana».
Spazio anche al tema scottante delle concessioni balneari. «Molti sul tema hanno illuso una categoria che si potesse fare direttamente. La verità che il Paese deve sapere è che le normative Ue vengono prima di quelle nazionali – ha spiegato Toti – Quando si va in campagna elettorale bisogna ricordarsi che c’è il fondato rischio di vincere e di doverle applicare le cose che si dicono. Il Governo ora deve chiedere a Bruxelles un ragionevole lasso di tempo per recuperare quello perso, ragionando con alcune categorie, fornire linee guida nazionali e mettere al bando le concessioni. Io con l’Ue avrei trattato su altro: è scabroso che bagni che valgono milioni di euro, acquistati da imprenditori internazionali e famosi in tutto il mondo, siano trattati come lo scoglio sperduto con un chiosco».
Il presidente della Liguria, ha, poi, condiviso un ricordo di Maurizio Costanzo, il giornalista e conduttore tv scomparso lo sorso 24 febbraio. «Maurizio Costanzo? Una delle persone più poliedriche che abbia mai incontrato – ha detto – Lo conobbi quando era direttore di Canale5. Penso che non abbia mai votato per Berlusconi, che stimo anche perché non ha mai fatto pressioni in tal senso sui suoi dipendenti. Costanzo è un monumento inarrivabile nel mondo della comunicazione, ho sempre amato i suoi toni e i suoi modi, qualunque fosse l’argomento lui prendeva tutto con la giusta serietà e la giusta leggerezza».
E su un’eventuale ricandidatura? «Nel 2025? Sono combattuto. Ho ripensato a candidarmi? Se negassi mentirei – ha ammesso Toti – se potessi essere ancora utile a questa giunta sarei pronto e felice di essere a disposizione, ma sono anche pronto a fare altro. Abbiamo ancora davanti molto tempo per decidere».
Poi ancora su Renzi: «Renzi cambia idea talmente bruscamente che nella sua vita precedente deve aver fatto il mestiere del comunicatore, di troppa tattica però la politica italiana sta morendo. Quando vinsi nel 2015 in Liguria, lui che appoggiava Paita (Raffaella, NdR) rimase molto contrariato e mi disse: ‘sei l’unico che è riuscito a fottermi. Anche se mi hai fregato farai una vita talmente brutta da amministratore per cinque anni che alla fine avrai espiato».